Truffa ed evasione con il commercio di auto nel Cassinate: 17 arresti e sequestri per oltre 13 milioni di euro

Truffa ed evasione con il commercio di auto nel Cassinate: 17 arresti e sequestri per oltre 13 milioni di euro

di Vincenzo Caramadre

Alle prime luci dell’alba i Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali disposta dal G.I.P. del Tribunale di Cassino, Dott. Salvatore Scalera, nei confronti di 17 soggetti - dei quali 6 in carcere e 11 agli arresti domiciliari -, indagati per reati di evasione, frode fiscale, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, estorsione ed altro, aggravati dal vincolo associativo.

Con la stessa ordinanza, inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per un valore di oltre 13 milioni di euro.

Gli odierni provvedimenti costituiscono il culmine di una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Procura Repubblica di Cassino, nella persona del sostituto Valentina Maisto, e condotta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Cassino, che ha consentito di individuare due distinte associazioni a delinquere, capeggiate da soggetti caratterizzati dall’elevato spessore delinquenziale, già gravati da numerosi precedenti e sottoposti a misure di prevenzione personali e patrimoniali, i quali, peraltro, in passato avevano intessuto legami anche con esponenti di spicco dell’organizzazione camorristica riconducibile al “clan dei Casalesi”.

Le organizzazioni criminali operavano, in un regime quasi monopolistico, nel settore della commercializzazione di autoveicoli, prevalentemente usati, importati da Paesi membri dell’U.E.

Il sistema fraudolento era quello tipico delle frodi carosello: società cosidette “cartiere” venivano interposte tra i venditori esteri ed i reali acquirenti – costituti da autosaloni ma anche privati - al fine di evadere l’IVA sulle cessioni di beni e non versare le dovute imposte sui redditi percepiti.

Le società coinvolte, ubicate nei Comuni di Cassino, Castrocielo e Ceprano, formalmente amministrate da prestanome, venivano di fatto gestite dai dominus delle associazioni, i quali, grazie allo schermo offerto dall’artificiosa costruzione giuridica, sono riusciti ad occultare ricavi conseguiti per oltre 19 milioni di euro, ad evadere l’IVA per 5 milioni di euro e le imposte dirette per circa 8 milioni di euro.

Le indagini hanno permesso di accertare anche l’alterazione del chilometraggio degli autoveicoli per centinaia di migliaia di chilometri, eseguita da meccanici specializzati, che consentiva di rendere i prezzi di vendita delle autovetture ancora più concorrenziali, anche a discapito della sicurezza degli inconsapevoli acquirenti.

Emergeva, inoltre, come in alcuni casi le autovetture, già oggetto di precedenti passaggi di proprietà, venivano vendute come se fossero appartenute ad un unico proprietario, ovvero con una fittizia certificazione che attestava l’effetttuazione, in data di poco antecedente alla vendita, di una revisione in realtà mai avvenuta.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Febbraio 2021, 11:29
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