Coronavirus, il caso della Russia: «Vaccino in fase sperimentale ma già iniettato agli oligarchi»
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A rivelarlo è Bloomberg, che spiega come alcune decine di oligarchi russi, già dal mese di aprile, hanno chiesto e ottenuto di farsi inoculare il vaccino sperimentale contro il Sars-CoV-2. Il vaccino è in fase di elaborazione presso l'Istituto Gamaley di Mosca e sono diversi i proprietari dei colossi industriali russi che, pur assumendo un certo rischio, hanno voluto avere la priorità durante la sperimentazione sull'uomo, insieme ad alcuni membri dell'esercito. Alcuni di loro sostengono di stare benissimo, altri invece avrebbero accusato febbre e lievi dolori muscolari.
Kirill Dmitriev, numero uno del Fondo per gli investimenti esteri diretti, ha spiegato: «Vorremmo iniziare a usare il vaccino tra agosto e settembre, attendiamo l'approvazione delle autorità. La terza fase vedrà coinvolti anche paesi del Medio Oriente e altre nazioni». Anche Dmitriev, secondo Bloomberg, sarebbe stato sottoposto al vaccino, anche se le autorità sanitarie hanno smentito l'indiscrezione, forse anche per non farlo sapere alla popolazione ed evitare una ressa di volontari. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha invece rivelato che Vladimir Putin non ha ricevuto alcun vaccino: «Per un capo di Stato non è consigliabile usare un vaccino non ancora certificato».
Il vaccino che sta sviluppando la Russia è basato sull'adenovirus umano ed è molto simile a quello cinese, già giunto alla fase 2 della sperimentazione. Fonti sanitarie russe, riportate da Bloomberg, sostengono che per avere una risposta immunitaria della durata di circa due anni sarebbero necessarie due dosi di vaccino.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Luglio 2020, 22:47
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