Coronavirus, le piattaforme di food delivery alzano i prezzi: protesta dei ristoratori e dei rider

Coronavirus, le piattaforme di food delivery alzano i prezzi: protesta dei ristoratori e dei rider
Con l'emergenza coronavirus e l'obbligo di dover restare a casa le piattaforme di food delivery stanno riscontrando un vero boom. Per i ristoranti è l'unico modo per poter continuare le vendite, ma anche in questo scenario così delicato c'è chi se ne approfitta e la denuncia arriva da Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe Confcommercio e direttore del centro studi di Fipe.

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Diversi ristoratori hanno infatti notato degli aumenti dei prezzi di queste piattaforme: «Ci stanno provando: alcune piattaforme stanno tentando di alzare la commissione al 40%, quasi la metà del guadagno delle attività che stanno resistendo in questa situazione. Le piattaforme provano ad approfittarsene», afferma Sbraga, come riporta FanPage. Molti ristoratori stanno valutando l'ipotesi di non accettare i cambiamenti delle tariffe, ma questo significherebbe fermare ulteriormente la propria attività.

«Le commissioni per il servizio di delivery pagate dai ristoranti, che possono variare dal 20 al 35%, sono già alte» afferma il vice direttore che fa un esempio: «Se la commissione è del 30% e faccio un ordine da 10 euro, la commissione sarà di 3 euro; se ordino una cena completa per 50 euro, darò ben 15 euro alla piattaforma a parità di servizio: la logistica non cambia da un ordine all’altro, e i rider di certo non guadagnano di più. Da tempo diciamo che questo aspetto va rivisto introducendo commissioni progressive».

Se da un lato c'è la difficoltà di chi fa ristorazione, che sta cercando di andare avanti per non essere costretto a licenziare personale o a buttare prodotti già acquistati, dall'altro ci sono anche i rider. Coloro che si occupano delle consegne, in questo periodo oberati di lavoro, hanno chiesto di non fare ordini, perché nessuno tutela la loro figura: le paghe non sono adeguate e il rischio di ammalarsi per loro è maggiore, visto che non possono stare in casa. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2023, 01:43
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