Il Comune nega gli aiuti alla famiglia del bimbo disabile, la mamma costretta a portarlo in braccio per le scale

Il Comune nega gli aiuti alla famiglia del bimbo disabile, la mamma costretta a portarlo in braccio per le scale
Un video di denuncia, diffuso dai social, potrebbe finalmente sbloccare la situazione abbastanza complicata della famiglia di un bimbo disabile, che da anni chiede invano un contributo economico da parte della divisione dei servizi sociali del proprio Comune di residenza. Il piccolo Reece Rogerson, che vive a Airdrie, nei pressi di Glasgow, in Scozia, ha sette anni e dalla nascita è affetto da paralisi cerebrale e soffre anche di una carenza di idrocortisone che mette ulteriormente a rischio la sua salute. Finora, però, nonostante le ripetute richieste da parte della famiglia, l'amministrazione ha sempre ignorato le necessità di Reece e della sua famiglia.

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A causa della sua grave disabilità, Reece, che pesa circa 50 chilogrammi, non è in grado di camminare e sua mamma Mary, 53 anni, ogni giorno deve costantemente portarlo in braccio, su e giù per le due rampe di scale su cui si sviluppa la loro casa. Lo riporta Metro.co.uk. Il Comune, da tempo, respinge le richieste di Mary e di suo marito Gary, 49 anni, per sbloccare finanziamenti necessari a rendere la casa più accessibile ad un bimbo con le necessità di Reece.

Da tempo, gli appelli al North Lanarkshire Council cadono nel vuoto. Anche i fratelli maggiori di Reece, la 15enne Courtney e il 16enne Raith, sono furiosi e stanchi di essere costantemente ignorati. Anche per questo Courtney, su Facebook, ha diffuso un video in cui mostra la fatica che sua madre deve compiere, più volte al giorno, per far spostare Reece. Negli ultimi tempi, qualcosa sembrava essersi sbloccato ma, come denunciano Mary e Gary Rogerson, dall'amministrazione è stata stanziata una cifra di seimila sterline (circa 6600 euro), anche se per le necessità ordinarie, finora, la famiglia ha sborsato di tasca propria ben 20mila sterline (oltre 22mila euro).

Mary ha spiegato le proprie ragioni: «Io e Gary abbiamo questa casa dal Comune nel 1999, non sapevamo che Reece sarebbe nato disabile e non potevamo sapere che non sarebbe stata adatta alle sue esigenze. Quindi ci siamo trasferiti, quattro anni fa, in una casa in affitto e ci avevano promesso di fare lavori per adattarla, pensavamo di vendere la casa di proprietà e restare a vivere lì. Poi però ci sono stati ritardi su ritardi, abbiamo pagato l'affitto, un mutuo e una doppia tassa comunale per una proprietà vuota. Abbiamo speso tanti soldi e aspettato inutilmente, alla fine siamo tornati a casa nostra, ridotti al verde».

Dopo il video pubblicato da Courtney su Facebook, l'amministrazione ha risposto così: «Capiamo la frustrazione dei soggetti coinvolti, siamo impegnati a trovare una soluzione a lungo termine che possa andare incontro alla famiglia». Mary, però, ha lanciato un nuovo appello, ancora più disperato: «Le scelte sono poche: o il Comune paga i lavori, o ci trovi una casa adatta. Io e mio marito stiamo diventando sempre più anziani mentre Reece cresce, per noi sarà sempre più difficile prenderci cura di lui senza la dovuta assistenza. Dobbiamo sapere che andrà tutto bene».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Dicembre 2018, 15:51
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