Adolf Hitler, il segreto dietro l'ascesa politica: "Lo ha fatto dopo un rifiuto"

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Le aspirazioni artistiche di Adolf Hitler, si sa, erano state considerate decisamente irrealistiche. Anche quelle politiche, però, non erano minimamente apprezzate oltre dieci anni prima della sua ascesa a cancelliere tedesco. La conferma arriva da una ricerca condotta da Thomas Weber, docente di storia all'università di Aberdeen, in Scozia: la rivelazione, abbastanza clamorosa, arriva a 24 ore di distanza dalla notizia che avrebbe voluto il Fuhrer vivo e in fuga in Sud America dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nelle informazioni contenute in alcuni file della Cia desecretati dalla Casa Bianca.





A dare a Hitler la determinazione di fondare il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, nel 1921, fu un rifiuto ottenuto due anni prima: il Fuhrer voleva infatti aderire ad una formazione di estrema destra, il partito sociale tedesco (Dsp), oltre a voler collaborare come giornalista nell'organo ufficiale di partito. Secondo Weber, «Hitler non aveva mai mostrato la propensione alla leadership, anzi: fino al 1919 sembrava disposto più ad accettare ordini che ad impartirli».





Quel rifiuto, testimoniato anche da un documento, accese in Hitler la miccia che lo portò all'ascesa politica, con pesanti ritorsioni, una volta salito al potere, proprio nei confronti dei vertici del Dsp. Tra questi figurava anche Hans Georg Grassinger, che sosteneva di aver rifiutato Hitler dopo che questi, oltre all'iscrizione al partito e all'assunzione nel giornale, gli aveva anche chiesto un prestito. Questa rivelazione, insieme ad altre che descrivono l'ascesa al potere del leader della Germania nazista, sarà contenuta in un libro in uscita nelle prossime settimane, edito da Oxford University Press e dal titolo 'Becoming Hitler: the making of a nazi'.
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Ottobre 2017, 20:58
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