Cena dei veleni, «lesa l'immagine del Comune, l'ente si deve costituire parte civile: pronto un ordine del giorno»

Il documento scritto a quattro mani da Chiatti e Micci: «Se per la sindaca ci sarà il giudizio immediato, palazzo dei Priori si deve costituire»

Cena dei veleni, «lesa l'immagine del Comune, l'ente si deve costituire parte civile: pronto un ordine del giorno»

di Massimo Chiaravalli

«Se ci sarà un rinvio a giudizio, il Comune si deve costituire parte civile». E per questo c’è già pronto un ordine del giorno che mette il sindaco e la giunta nella difficile condizione di doversi impegnarsi a dare mandato agli uffici di procedere in tal senso. A scriverlo a quattro mani sono stati la consigliera Letizia Chiatti e il capogruppo della Lega Andrea Micci. «Ma lo condivideremo subito con il resto dell’opposizione per le eventuali modifiche».

Il tema è sempre quello della cena dei veleni, che vede indagati la sindaca Chiara Frontini e il marito Fabio Cavini per minacce a corpo politoco, ovvero al consigliere Marco Bruzziches. Al centro dell’indagine la registrazione con le parole di Cavini: «Quando vogliamo colpire o abbiamo qualcosa o la inventiamo. Non siamo dei principianti, se io voglio fare male capisco chi del tuo stato di famiglia («Soprattutto se so che stai a fa», interviene la sindaca) è più debole e poi vado a colpire quella persona». «Laddove il giudice dovesse accordare la richiesta di giudizio immediato presentata dai pm - dice Micci - presenteremo un ordine del giorno che impegni il sindaco e la giunta a far costituire l’ente parte civile nel procedimento. Lo abbiamo preparato insieme alla consigliere Letizia Chiatti, ma lo condivideremo subito con gli altri consiglieri di opposizione».

Al di là di come andrà a finire, la mossa arriva «perché secondo noi, se i fatti venissero confermati e dovessero essere giudicati reato, l’immagine del Comune sarebbe lesa. Siamo finiti più volte sulla cronaca nazionale, oltre che locale».

Il documento per ora è ancora una bozza: «Diventerà definitivo se il giudice per le indagini preliminari deciderà per il rinvio a giudizio della sindaca. Se i fatti verranno giudicati reato, sarebbe lesa l’immagine dell’ente e non di poco». Questo l’iter. «La competenza di dare mandato a un avvocato per andare all’interno del processo e difendere il Comune con la costituzione di parte civile - continua il leghista - è della giunta e del sindaco, chiediamo a questi ultimi affinché costituisca l’ente parte civile. Non si deve costituire il consiglio, non la giunta, non il sindaco, ma il Comune stesso, l’ente in quanto tale».

Potrebbe sorgere un problema: a dover votare l’ordine del giorno c’è anche la persona indagata. «Si pone un tema di conflitto di interessi, che spetterà agli organi competenti comunali risolvere». E se l’atto non dovesse essere approvato, palazzo dei Priori può rischiare qualcosa? «Innanzitutto ci sarebbe un aspetto politico: a questo punto - spiega il leghista - sarebbe chiaro ed evidente che la maggioranza dovrebbe pensarci molto bene. Stanno lì per fare l’interesse dell’ente pubblico, non altri interessi particolari. Spero vivamente che possa essere votato, dopodiché abbiamo messo una clausola: ci potrebbe essere un approfondimento da parte della Corte dei Conti». Tutto questo, ovviamente, se il gip Rita Cialoni dovesse disporre il rinvio a giudizio. «In tal casp - conclude Micci - valuteremo poi come depositare l’ordine del giorno».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 19:58
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