Alcuni uomini armati con i volti coperti da passamontagna hanno fatto irruzione in diretta tv nello studio di TC Televisión, un canale pubblico nella città portuale di Guayaquil, in Ecuador, una zona devastata da tempo dalla violenza e dalla droga. Gli uomini hanno preso in ostaggio diversi giornalisti e tecnici. «Non sparate, per favore non sparate», ha gridato una donna mentre risuonavano gli spari e gli aggressori, armati di fucili e granate, costringevano le persone presenti terrorizzate a stare a terra.
L'attaco in diretta tv rientra in uno scenario di violenze ben più ampio che ha portato il presidente Daniel Noboa a decretare lo stato di emergenza per due mesi su tutto il territorio nazionale.
Il governo del Perù ha annunciato lo stato di emergenza lungo tutta la frontiera settentrionale del paese, che confina con l'Ecuador, per il "conflitto armato interno" innescato nel vicino paese dalle attività dei gruppi "narcoterroristici". Lima rafforzerà quindi la presenza di forze di polizia, è stato annunciato. Il primo ministro peruviano, Alberto Otárola, ha spiegato che la dichiarazione di stato di emergenza è frutto di una decisione della presidente, Dina Boluarte, ed è dovuta agli eventi registrati nella città di Guayaquil.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Gennaio 2024, 09:02
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