Città del Vaticano – Il match si è concluso con una sorta di pareggio. Nonostante gli sforzi il Vaticano non è, infatti, riuscito a bloccare la maxi rivoluzione avviata dalla Chiesa tedesca tre anni fa. Le richieste avanzate per ottenere il sacerdozio alle donne, la benedizione alle coppie gay, le modifiche al Codice canonico sull'omosessualità, l'abolizione del celibato dei preti - invece che essere messe a tacere e silenziate per sempre – anche in futuro sono destinate a camminare. Il 'cammino sinodale' tedesco proseguirà e a nulla sono valsi i tentativi dei cardinali di curia (Parolin, Ladaria, Ouellet). Durante gli incontri che si sono svolti in Vaticano in questi giorni i vertici della Santa Sede avevano proposto ai 60 vescovi tedeschi presenti una moratoria, ma niente da fare. Il presidente della conferenza episcopale, monsignor Georg Baetzing torna in Germania con un bilancio che considera aperto. Incontrando un gruppo di giornalisti, prima di ripartire, rassicura che non c'è nessuno scisma in atto ma che il loro cammino non si arresta perchè le pressioni dei cattolici di base sono fortissime e non si possono silenziare.
«Non sono scoraggiato e non è il caso di parlare di uno show down. Ci rendiamo conto che la nostra competenza su tante materie è limitata: vi sono questioni che possiamo realizzare, e le realizzeremo e altre che, invece riguardano il magistero e quindi confluiranno nel Sinodo universale convocato dal Papa. Dobbiamo avere più fiducia gli uni agli altri, altrimenti il dialogo è inutile» ha spiegato l'arcivescovo. Al suo fianco sedeva una teologa laica, Beate Gilles, segretaria della conferenza episcopale tedesca, la prima donna al mondo a ricoprire un ruolo solitamente riservato agli uomini consacrati. «Ovviamente io torno in Germania e continuerò a dare una benedizione alle coppie di gay che me lo chiederanno».
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Tra i punti di maggiore attrito c'è stata la spinosa vicenda dell'ordinazione delle donne sulla quale pesa il 'niet' di ben tre pontefici.
I vescovi tedeschi si sono irritati perché alla riunione con i cardinali Ladaria, Parolin e Ouellet non era presente il Papa che ha preferito evitare lo scontro diretto. «Il Papa è un furbo gesuita, ci ha lasciato tra di noi a discutere. Naturalmente lo abbiamo incontrato precedentemente, ma abbiamo trattato di altre tematiche. Se avessimo saputo che alla nostra riunione non ci sarebbe stato avremmo sollevato tutti i temi a noi cari relativi al nostro processo sinodale».
Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Novembre 2022, 12:48
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