Arrivano i dispositivi tecnologici che
si autodistruggono: ecco come funzionano

Arrivano i dispositivi tecnologici che si autodistruggono: ecco come funzionano
I ricercatori hanno realizzato circuiti elettronici in grado di dissolversi quando non servono più utilizzando diversi stimoli per innescare l'autodistruzione, come il calore, la luce ultravioletta, sollecitazioni meccaniche. La disintegrazione - che servirebbe a riciclare più facilmente i materiali - può essere innescata anche a distanza, grazie a un ricevitore di radiofrequenza e a una bobina di riscaldamento a induzione.



Realizzato anche un dispositivo in grado di dissolversi in acqua, con potenziali applicazioni in campo biomedico.La ricerca, pubblicata su Advanced Materials e guidata dal professore di ingegneria aerospaziale Scott R. White, potrebbe essere un importante passo verso la riduzione dell'inquinamento elettronico e una produzione più sostenibile. Quello dei rifiuti elettronici (e-waste) non è un problema da poco.



Nel 2014, secondo un recente rapporto del Programma dell'Onu per l'ambiente, l'industria elettronica ha generato circa 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti e solo una piccola parte - stimata tra il 10 e il 40% - è riciclata e gestita in modo corretto. La montagna di e-waste potrebbe raggiungere 50 milioni di tonnellate fra soli tre anni.
Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Maggio 2015, 10:07
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