Arrivano i chip anticontraffazione,
ecco come funzioneranno sui dispositivi
Hanno delle caratteristiche in comune con le impronte digitali umane, che non sono mai uguali. Durante il processo di fabbricazione dei chip si producono delle microscopiche variazioni imprevedibili, permanenti e impossibili da clonare (dette puf). I ricercatori in questo caso hanno sviluppato una tecnica che traccia queste variazioni casuali nei chip di silicio, assegnandogli una sorta di 'impronta digitale' unica. Integrati nelle etichette con identificazione a radio frequenza, i chip possono essere così analizzati con cellulare o lettore per determinare se l'etichetta è autentica. ''Si tratta di un sistema di autenticazione low-cost - spiega Srini Devadas, coordinatore scientifico - che usa la biometria del silicio''.
La tecnologia sviluppata assegna ai chip un gruppo di numeri a 128 bit che vengono poi conservate in un database. Per ogni autenticazione è usato un diverso numero da 128 bit. L'azienda costola del Mit si sta concentrando sul mercato dei prodotti da consumo e l'hanno scorso ha siglato delle partnership con vari clienti, ma la tecnologia può essere usata anche per identificare false licenze e passaporti o la generazione di 'chiavi segrete crittografiche'.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Maggio 2015, 09:08
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