I Bitcoin? Ecco il presunto inventore
delle monete elettroniche

I Bitcoin? Ecco il presunto inventore delle monete elettroniche

di Alessio Caprodossi
ROMA - Un giapponese genio della matematica arrivato alle 64 primavere che vive in una semplice dimora a Los Angeles. Questo sarebbe l'identikit dell'inventore di Bitcoin, la moneta virtuale di cui si parla ormai ogni giorno sui media di tutti il mondo (e non sono sempre belle notizie). A firmare il presunto scoop è Newsweek con una lunga inchiesta della giornalista Leah McGrath Goodman, giunta al bersaglio dopo ben due anni spesi in ricerche e vani tentativi in giro per il globo.



Nonostante il servizio campeggi nella copertina del periodico, il condizionale è d'obbligo poiché l'unica certezza della vicenda è che il signore in questione, e i suoi amici e famigliari, non hanno mai confermato in maniera netta e diretta l'aurea accreditatagli da Newsweek. Analizzando l'intero scritto, tuttavia, ci sono tanti spunti interessanti e molti retroscena inediti, tra cui il vero nome dell'inventore di Bitcoin; ritenuto fino ad oggi uno pseudonimo scelto dal gruppo di informatici che hanno generato la cripto-moneta, Satoshi Nakamoto sarebbe in realtà il nome del 64enne giapponese, anche se il protagonista della storia lo ha cambiato nel 1973 in Dorian S. Nakamoto. Allevato in terra nipponica da una famiglia particolarmente ispirata nei calcoli matematici, Nakamoto si è trasferito negli Usa per laurearsi in fisica alla California State University per poi dedicarsi a una lunga e proficua carriera come consulenze aziendali lavorando alle dipendenze di diverse aziende di pubblica difesa americane e con la Federal Aviation Administration, l'ente che gestisce la sicurezza dei cieli Usa.



Scovato dopo numerose ricerche e la rassegna dei vari signor Nakamoto residenti nei confini yankee, del padre di Bitcoin (e di sei figli) si narra che sia un genio matematico, esperto di sicurezza e crittografia, ma anche un fervido amante del modellismo, elemento prezioso per portare avanti la corrispondenza via e-mail, che invece si arenava ogni volta che compariva la parola magica: Bitcoin. Davanti ai tentativi della giornalista, mister Nakamoto alternava il silenzio e una risposta come "non sono più coinvolto e non posso parlare del progetto che ora è nelle mani di altre persone". Parole che in via indiretta lasciano aperta la possibilità che la deduzione di Newsweek non sia propriamente campata in aria, anche perché a sostegno della tesi ci sono alcuni interessanti racconti, come per esempio quello di Graven Andresen, uno dei massimi sviluppatori del progetto Bitcoin. Non si sono mai visti di persona, ma la corrispondenza tra i due è andata avanti per anni e secondo Andresen l'idea della cripto-moneta nacque come una risposta politica, dovuta all'indole libertaria di Nakamoto (anche se lo stesso Andresen si è poi detto dispiaciuto della chiacchierata concessa al magazine, poco rispettoso nei confronti dell'amico nipponico).



La mancanza di prove certe e incontrovertibili ha provocato una reazione di ilarità e sconcerto tra gli adepti della moneta virtuale, infastiditi dalle attenzioni, percepito da molti come disturbo, riservate a Nakamoto, che da autentico anticonformista ai riflettori pubblici preferisce restare rintanato nella sua casa californiana a dilettarsi con i suoi modellini.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Marzo 2014, 20:13
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