Nargiso "gioca" Wimbledon: «Alcaraz-Djokovic la finale più probabile, ma Sinner ha chance»

Nargiso "gioca" Wimbledon: «Alcaraz-Djokovic la finale più probabile, ma Sinner ha chance»

di Massimo Sarti

«Se devo scommettere cinque euro e la reputazione dico che la finale sarà Alcaraz-Djokovic e che Djokovic vincerà Wimbledon. Con tutto il cuore spero però in una finale Alcaraz-Sinner». Parola del coach ATP Diego Nargiso, 53 anni, reduce dal commento di molte partite dei Championships per Sky, che trasmetterà oggi in diretta esclusiva la semifinale tra Novak Djokovic e Jannik Sinner (e a seguire quella tra Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev) a partire dalle ore 14 (con “Studio Wimbledon”) su Sky Sport Summer, Sky Sport Tennis, Sky Sport 4k ed in streaming su NOW. Domani la finale femminile, tra la ceca Marketa Vondrousova e la tunisina Ons Jabeur. La finale maschile sarà domenica dalle 15 sugli stessi canali. Il sogno sarebbe che domenica Boris Becker (ex campione tedesco tre volte vincitore all'All England Club, ospite di Sky) possa celebrare un trionfo italiano, ma l'ex azzurro Nargiso, nativo di Napoli, appena nominato Legend di Sport e Salute, che si divide tra la sua Nargiso Academy di Capiago Intimiano (nel comasco) e i commenti per SuperTennis e Sky, ci riporta con i piedi per terra.

Nargiso, Djokovic è proprio così imbattibile? Anche per il miglior Sinner?

«La storia dice che negli ultimi anni, sui cinque set, Djokovic ha perso praticamente mai. Ha già vinto quest'anno due prove del Grande Slam con il record di 23 nell'era Open. Durante la pandemia non ha neanche potuto gliocarli tutti i tornei dello Slam (nel 2022 ha saltato Australian Open e Us Open per problemi legati al vaccino anti-Covid, ndr). I record però sono fatti per essere battuti. In più questo Wimbledon ha detto che contro Hurcackz negli ottavi e contro Rublev nei quarti, Nole ha perso un set ed entrambi sono riusciti a fare match con lui per un'ora e mezza. Nei match tre set su cinque, la problematica è riuscire a farlo per tutto il tempo. Ecco l'incognita per Sinner, vedere se riuscirà a far partita con Djokovic per tre ore di fila. L'anno scorso (nei quarti, ndr) era andato sopra 2-0 e poi si era fatto rimontare dal serbo, ma aveva retto a lungo sul piano tecnico e tattico. Tutti gli addetti ai lavori credono che presto Jannik, come ha già fatto Alcaraz, riuscirà a trovare questo tipo di continuità anche nei match superiori all'ora e mezza-due, e diventerà allora uno dei 3-4 migliori giocatori al mondo».

Sinner per arrivare in semifinale non ha incontrato Top70, ma ha saputo evitare trappole in cui sono invece cascati altri giocatori...

«Ha avuto grande solidità. Djokovic sin dai primi turni ha avuto giocatori di esperienza che lo hanno messo in difficoltà. Sinner ha trovato avversari non abituati a questi palcoscenici e ha fatto a sua volta fruttare la sua esperienza maturata in questi anni. Ha sempre mantenuto un livello di tennis adeguato ed è stato molto bravo».

La pressione sarà tutta su Djokovic, che “deve” vincere per proseguire il sogno del Grande Slam, per raggiungere Roger Federer a otto Wimbledon e Margaret Court a 24 Slam. Sarà un vantaggio per Sinner?

«Prima del torneo ho dichiarato che avrebbe vinto Djokovic e soprattutto che avrebbe potuto perderlo solo lui Wimbledon.

L'unica cosa che potrebbe fermarlo è la grande voglia di vincere per avvicinarsi al Grande Slam che nessuno ha conquistato in era Open. Questa potrebbe sì essere una grande fonte di pressione, ma Nole le ha superate tutte e potrebbe trasformarsi in un'ulteriore motivazione, più che pressione. Il confine è molto sottile».

Ma un punto debole di Djokovic in cui Sinner può inserirsi esiste?

«Tecnicamente non penso che Novak abbia dei “buchi”. Tatticamente Sinner potrà invece provare a far qualcosa. Per esempio la diagonale destra, dritto contro dritto, ogni tanto Djokovic la soffre. E poi variare con il rovescio lungolinea, colpo che Jannik ha e che potrebbe destabilizzare l'avversario».

Dal successo alle Next Gen del 2019 alla semifinale a Wimbledon e ai primi dieci posti nel ranking ATP in meno di quattro anni. Si aspettava questo percorso per Sinner?

«Tutti noi addetti ai lavori avevamo pronosticato fin da subito un futuro così per Jannik. In cinque anni la possibilità di vincere uno Slam e di essere protagonista tutte le settimane nel circuito. Mi sembra che le nostre aspettative, che poi erano anche le sue, siano state rispettate».

Un giudizio anche sul torneo di Berrettini, che aveva bisogno di un Wimbledon così per rinascere. Anche se con Alcaraz ha perso ma, seppur sia brutto dirlo, “ha perso bene”...

«Però è vero. Prima del torneo non sapevamo neppure se avesse potuto partecipare. Poi esistono le magie dello sport e Matteo, dopo tanti problemi fisici e mentali, conseguenti ai molti guai fisici, ha avuto un balzo meraviglioso vincendo tre match convincenti e perdendo da Alcaraz, che anche nei quarti, travolgendo 3-0 Rune, ha dimostrato pure sull'erba di star diventando un numero 1».

Oggi ci sarà anche l'altra semifinale, appunto tra Alcaraz e Medvedev. Il suo pronostico resta immutato? Djokovic vincitore di Wimbledon?

«Per me la finale sarà Alcaraz-Djokovic, anche se spero in un Alcaraz-Sinner, ovviamente. Se dovessi giocare cinque euro e la reputazione dico Alcaraz-Djokovic, anche se con il cuore spero in una grande impresa di Jannik. E dell'intero movimento del tennis italiano, che porterebbe di nuovo in due anni un finalista a Wimbledon, diverso da Berrettini che la conquistò nel 2021. Sarebbe qualcosa di fenomenale».

Lei tra l'altro sa come si fa, ricordando il suo trionfo a Wimbledon nel 1987 da junior...

«Non è esattamente la stessa cosa (sorride, ndr)».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Luglio 2023, 06:00
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