Massimo Ghini: "Italia-Germania non finisce
mai. Loro sono fortissimi, ma noi..."

Massimo Ghini: "Italia-Germania non finisce mai. Loro sono fortissimi, ma noi..."

di Piergiorgio Bruni
Lui, in fondo, i tedeschi li ha sempre battuti. Da tifoso, nel 1970, incollato davanti alla televisione come milioni di appassionati, e da attore, nel 1990, insieme a Fabrizio Bentivoglio nel film di Andrea Barzini, Italia-Germania 4-3. Un cult che alla vigilia dell’ennesima sfida tra azzurri e tedeschi, questa volta all’Europeo di Francia per i quarti di finale, torna tremendamente di moda.

Oggi Massimo Ghini che ricordo ha di quella pellicola? «Molto divertente. Durante le riprese del film, per la prima volta nella nostra vita, vedemmo quella leggendaria partita a colori. Nel 1970, infatti, la gara in Italia fu trasmessa in bianco e nero. Bloccammo la lavorazione e, divertiti, ci sedemmo davanti al video come se la stessero trasmettendo in diretta».

Facciamo un altro salto temporale e voliamo a quel 17 giugno di 46 anni fa. Stadio Azteca di Città del Messico: come lo visse? «Stavo a casa di un amico, di fronte a dove abitavo. Facevo parte di un nutrito gruppo d’ascolto e, appena conclusi i supplementari, partimmo per andare a festeggiare. Era la prima volta che succedeva un cosa del genere, il nostro Paese viveva un momento storico molto particolare (sei mesi prima, ad esempio, si consumò la strage di piazza Fontana, ndr). Ci ritrovammo per strada, insieme a tantissimi altri tifosi, finalmente uniti da una sorta di comune sentimento popolare».

Canti, euforia balli e…? «Un bagno in qualche fontana, ma non ricordo quale. Di certo avevo un forte desiderio di liberazione, una voglia innocente che per tanto tempo covavo dentro senza, però, riuscire a tirare fuori per i motivi spiegati prima».

Domani sera, invece, come immagina questo Italia-Germania per i quarti di finale dell’Europeo di Francia? «Come una partita difficile, una gara che si giocherà sulla psicologia e non sulla qualità. Quando, nell’arco degli anni, le due squadre si sono affrontate, c’è sempre stata una specie di parità agonistica. Un fattore psicologico predominante rispetto ai valori tecnici espressi in campo».

La nazionale di Löw, tuttavia, pare nettamente favorita. Non trova? «Nelle condizioni peggiori, noi italiani diamo sempre il meglio. Ogni volta che si siamo presentati con formazioni non esattamente all’altezza, alla fine gliel’abbiamo imbastita. E pure alla grande. Magari anche questa volta...».

Il divario, speranze a parte, appare lo stesso enorme. «Certo, ma sono comunque felice dell’exploit della nostra Nazionale. Poi, nel caso dovessero vincere i tedeschi, vorrà dire che l’avranno meritato. Sono pur sempre i campioni del Mondo in carica e la squadra più forte di questo Europeo».

Insomma Massimo Ghini, si sbilanci: come finisce stavolta per gli azzurri di Conte? «Italia-Germania è una sfida infinita, una partita che non finisce mai».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Luglio 2016, 08:36
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