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Vedere, rivedere, decidere: mentre l'arbitro fa questo, tutti al... Var
di Romolo Buffoni
Cinque minuti perché il signor Gavillucci spostasse il fallo fischiato su Joao Mario da fuori a dentro l'area e, quindi, concedesse all'Inter il rigore dell'1-0 sulla Spal. A Udine, tre minuti e 43 secondi di gioco prima che Maresca fermasse tutto per espellere il genoano Bertolacci, reo di una brutta entrata su Lasagna che l'arbitro nemmeno aveva sanzionato.
Il Var al terzo vagito denota un difetto che si spera possa sparire con la crescita: la lentezza. La sensazione è che così alteri lo svolgimento della gara, spezzandone inerzia e trama. Sembra una safety car che, entrando, ricompatta il gruppo annullando i distacchi e rovinando la corsa. Infatti la Formula 1, con l'andare degli anni, ha imparato a limitarne al massimo l'utilizzo.
Ecco, alla prima occasione possibile il capo degli arbitri Nicchi e il designatore Rizzoli dovrebbero chiedere alla loro squadra maggior personalità e uniformità di giudizio. Oggi c'è chi decide di affidarsi alla moviola alla prima nuvola e c'è chi, invece, non la usa nemmeno col nubifragio. Nel frattempo, mentre gli arbitri decidono il da farsi in campo e fuori, i tifosi posso inventarsi il caffè per pausa-Var.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Settembre 2017, 08:33
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