Coronavirus, il ritorno dalle vacanze spaventa i club
di Valerio Cassetta
ODIO L’ESTATE
La sensazione, largamente diffusa, è che i giocatori contagiati degli ultimi giorni abbiano contratto il virus all’estero durante il meritato “riposo”. Una situazione che ha portato le federazioni di Spagna e in Francia a considerare l’ipotesi di rivedere la programmazione dei rispettivi campionati. Non solo: diversi club hanno dovuto variare i calendari dei ritiri, aumentando la rigidità delle misure di sicurezza e dei protocolli anti-contagio. Basterà, a poche settimane dall’inizio di una nuova stagione, affinché tutto possa svolgersi senza l’incubo di un nuovo stop? Questo l’interrogativo più ricorrente. In Italia i club stanno osservando alla lettera i protocolli, mettendo al primo posto la salute di ogni tesserato. Prima degli allenamenti di gruppo, i calciatori vengono sottoposti a tamponi ed esami sierologici ogni tre giorni. E’ il caso della Lazio che farà i test in “trasferta” anche durante il ritiro di Auronzo di Cadore, provincia di Belluno. Insomma, le squadre ce la mettono tutta e rispettano ogni prescrizione. L’impegno di presidenti e degli staff medici è apprezzabile. Opinabile, ma legittima, la scelta di alcuni giocatori, che non hanno saputo resistere per le vacanza al richiamo di Ibiza, Mykonos e delle Maldive. Il tutto documentato con foto e video su Instagram, talvolta senza mascherina e distanziamento sociale. Ai calciatori della Premier, invece, sarebbe stato dato un “consiglio” per evitare che la troppa visibilità potesse far scattare l’allarme: evitare di pubblicare post sui social network. Un modo per dribblare pettegolezzi e polemiche.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Agosto 2020, 07:30
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