Calcioscommesse, bufera su Lega Pro e Serie D:
50 arresti. "La 'ndrangheta dietro le combine"

Calcioscommesse, 50 arresti della Polizia tra Lega Pro e D: coinvolte 30 squadre. "La 'ndrangheta dietro le combine"

di Ernesto De Franceschi
MILANO - Nuovi scandali, nuove bufere, nuove inchieste. Il mondo del calcio trema ancora.





La Procura antimafia di Catanzaro nell’ambito dell’operazione Dirty Soccer ha arrestato in tutta Italia 50 persone tra calciatori, presidenti di società sportive, dirigenti, allenatori, direttori generali e 10 “finanziatori” che truccavano le partite di Lega Pro (l’ex serie C) e di Serie D, 28 in totale. Non solo: Antitrust e Finanza indagano sulla spartizione dei diritti del calcio in tv dal 2015 al 2018 con ispezioni nelle sedi di Lega, Infront, Sky, Rti, Mediaset (che ha parlato di «assegnazione regolare»).











E rispunta il nome del presidente della Lazio, Lotito, citato a sua insaputa da dirigenti di serie C. «Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti... in mano a Lotito, che li ricatta». Lo dice al telefono con il direttore sportivo de L’Aquila Ercole Di Nicola, Vittorio Galigani, ex ds di diverse squadre. Tavecchio e la Figc si dicono «parte lesa», da più parti si leva il coro: «Mai più scommesse in Lega Pro e D». E la procura sportiva ha già chiesto gli atti.



«Serve chiarezza sulla vicenda dei diritti tv e che ci sia equità», sottolinea il premier Matteo Renzi. Che poi ha aggiunto: «Propongo un patto: si faccia un intervento sugli stadi, si diano stadi di proprietà e si torni allo stadio con le famiglie. All’estero non c’è un poliziotto, c’è tranquillità». Un assist ad un mondo del calcio sempre più in fuorigioco.













Il Neapolis Mugnano, squadra di serie D della provincia di Napoli, vinceva le partite malgrado un tasso tecnico mediocre grazie a partite combinate dalla ’Ndrangheta. Secondo gli inquirenti della Procura antimafia di Catanzaro, il gruppo che organizzava le frodi aveva anche l'obiettivo di conseguire ingenti profitti dalle puntate sulle partite combinate. Un esempio è l'esito negativo della combine Aversa Normanna-Barletta del 12 aprile che rischiava di mettere in pericolo la vita dell’allenatore della squadra pugliese, Ninni Corda, in stato di fermo. Le tariffe arrivano anche a 150mila euro.



Dalle intercettazioni telefoniche emerge che due investitori maltesi ed un cinese avrebbero perso 52mila euro perché non si sarebbe verificato il risultato alterato concordato. «Se non lo paghiamo domani io vengo lì per quel allenatore», avrebbe detto il maltese ad uno dei dirigenti della Vigor Lamezia, Felice Bellini, riferendosi proprio a Corda, ritenuto il responsabile della combine saltata. Uno scandalo che sembrerebbe coinvolgere anche i piani superiori. «Ogni settimana in B ne fanno una». È la frase intercettata a Ernesto Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila.



Improbabili papere di portieri, espulsioni ridicole. Il sistema funzionava così. «Si sono mangiati due gol a porta vuota», spiega al telefono il calciatore della Puteolana Emanuele Marzocchi, che aggiorna in tempo reale Antonio Ciccarone, uno dei presunti vertici dell’associazione. «L’Andria c’è?» chiede Ciccarone a un responsabile di un centro scommesse. E sempre lui dice: «Sì, over 3,5», questa la puntata. Un giro d’affari di milioni di euro.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Maggio 2015, 14:07

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