Amantino Mancini: "Con Mourinho questa Roma è da Champions"

Amantino Mancini: "Con Mourinho questa Roma è da Champions"

di Francesco Balzani

Segnare un gol al derby è eterno, farlo di tacco a 10’ dalla fine è divino. Chiedetelo ad Amantino Mancini, soprannominato il “tacco di Dio” dopo quella rete che nel 2003 consegnò alla Roma la vittoria di una stracittadina tiratissima e suggellata poi dal raddoppio di Emerson. Un gesto epico entrato nella storia dei derby e del brasiliano che al fianco di Totti e compagni vinse due coppe Italia e 1 Supercoppa segnando 59 gol tra cui la perla di Lione in Champions. Oggi Amantino è allenatore del Villa Nova in Brasile.
Se diciamo 9 novembre 2003 cosa le viene in mente? 
«E chi se lo scorda, il momento più bello della mia carriera. Quando vidi la palla in rete, mi misi a correre verso la Sud. Sentivo il boato e non capivo niente. Un ricordo indelebile. Fu il mio primo gol in serie A, non potevo scegliere un modo migliore per farlo. Non era uno dei soliti colpi di tacca palla a terra, la palla di Cassano era tesa a mezz’aria». 
Non l’unico in un derby? 
«Segnai anche nel 2007 in un bel 3-2 per noi. Eravamo una squadra formidabile con Spalletti. Era uno spogliatoio tranquillo, sereno. Non c’erano social, quando finivano le partite o gli allenamenti non si andava su Instagram o Facebook. Ci si prendeva in giro, si parlava, si viveva l’umanità. In campo eravamo guidati da un grande tecnico che oggi domina ancora, e poi c’erano giocatori come Totti, De Rossi, Juan». 
Spalletti e Totti, come l’ha vissuta? 
«Il mister poteva gestire sicuramente meglio la situazione, ma per me resta un grande tecnico. Mi ha cambiato la carriera e vedo che la sta cambiando a tanti calciatori Mourinho invece ricorda più Capello… Io li ho avuti entrambi, sono due vincenti. Ma Capello non rideva mai, era sempre inc…o. Mourinho invece sa anche scherzare. È un allenatore che lavora sulla testa, cerca di prendere il massimo da ognuno dei suoi calciatori. Mourinho ti entra dentro
È entrato dentro questa Roma?
«Ha già vinto un trofeo, e la squadra crede in lui. Per me può arrivare in Champions anche se ci sono squadre più forti. La Roma oggi non è continua: fa una bella partita, poi due brutte magari. Serve più equilibrio anche se le assenze di Dybala e Wijnaldum pesano».
Questo derby che insidie nasconde per la Roma?
«Il derby è un’insidia continua. La Lazio di Sarri gioca bene anche senza Immobile. Ma anche l’anno scorso al ritorno sembrava così. Ripeto, dipende dallo stato psicologico in cui sarà la Roma che ha individualità importanti».
Ha visto De Rossi? Le piacerebbe allenare in Italia? 
«Mi piacerebbe molto allenare in Europa, per esempio guidare la Roma sarebbe un sogno. Daniele è bravissimo, lo era già in campo come allenatore».
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Novembre 2022, 13:32

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