Coronavirus, la pallanuotista Rachel Whitelegge del Bogliasco lascia l'Italia: «Ho troppa paura, torno negli Usa»

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di Nico Riva
Rachel Whitelegge, campionessa statunitense della squadra di pallanuoto femminile Bogliasco 1951, ha colto l'invito del presidente degli Usa Donald Trump: cittadini americani, state lontani dall’Italia durante quest'emergenza Coronavirus. «Non riesco a rimanere qui. Ho troppa paura e i miei genitori sono ancora più terrorizzati. Per questo ho deciso di tornare a casa», ha dichiarato la Whitelegge. 

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Era indecisa da giorni, poi l'invito del presidente Trump e l'insistenza dei parenti l'hanno convinta. «E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I miei parenti mi hanno imposto di partire». Così la pallanuotista tornerà a casa a Costa Mesa, California. Si ipotizza per lei anche una ripresa degli studi e dello sport all'Università della California (Ucla). Rachel Whitelegge è nata nel '97, gioca come marcatrice del centro e vanta già numerose partecipazioni con diverse nazionali giovanili statunitensi. Nella Bogliasco 1951, è l’unica straniera: le sue 13 compagne di squadre sono tutte nate e residenti in Liguria. La dirigenza del club ha a malincuore accettato la scelta della giovane americana, non senza una evidente delusione

Ne è una prova il lungo post su Facebook, dove si legge: «Il Bogliasco 1951 prende atto con rispetto e stupore della decisione di Rachel Whitelegge di far rientro in patria a causa dell'emergenza coronavirus. Una scelta personale, comunicata dalla diretta interessata alle compagne nelle scorse ore, dettata dai timori derivanti dalla situazione relativa al diffondersi del CoVid-19. Pur non avendo avuto alcun tipo di contatto con persone affette dal virus, Rachel ha preferito porre fine alla sua esperienza nel nostro Paese. "Siamo molto delusi e rammaricati da questa inaspettata situazione - commenta il presidente del Bogliasco, Simone Canepa - abbiamo provato a spiegare a Rachel che restando a Bogliasco non avrebbe corso nessun pericolo. Abbiamo fiducia nel nostro sistema sanitario e nelle indicazioni che arrivano dalle istituzioni. Quanto alla squadra e agli aspetti prettamente agonistici, la nostra attenzione deve concentrarsi sulla salvezza. Questa inaspettata defezione deve fare capire al gruppo che può andare in acqua solo chi è convinto di poter essere utile alla causa. Chi non pensa di esserlo è meglio che si sia chiamato fuori".
 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Marzo 2020, 12:09
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