Roberto Scarpetti, il monologo '28 battiti' ispirato all'eroe caduto Alex Schwazer

Roberto Scarpetti, il monologo '28 battiti' ispirato all'eroe caduto Alex Schwazer

di Simona Santanocita
Il talento sportivo, è quello che fa nascere eroi per poi distruggerli come uomini, perché agli eroi non è dato sbagliare. Questo è 28 battiti, monologo di Roberto Scarpetti, ispirato alla vicenda di Alex Schwazer. 

Scarpetti, perché questo argomento? 
«L'atleta che ricorre al doping è un mezzo per raccontare in maniera più ampia l'ossessione per il corpo e il successivo processo di liberazione fino a trovare il contatto con se stessi». 

Come? 
«Sbagliando e intervenendo pesantemente sul proprio corpo fino a raggiungere una consapevolezza piena di ciò che si è». 

Il messaggio 
«Di rinascita. L'ossessione per il fisico passa dall'atleta per toccare problematiche congiunte più ampie». 

Una liberazione 
«Certo, la rinascita è anche affrancamento dai vincoli sociali». 

Giuseppe Sartori, il protagonista
«Rappresenta una confessione interiore e di ammissione pubblica dei propri errori». 

Vogliamo eroi, ma poi li distruggiamo 
«Lo sport riveste una dimensione etica, gli si chiede un'immagine pulita e noi non perdoniamo gli errori degli sportivi quanto quelli della gente comune». 

Ha incontrato Schwazer? 
«Due volte». 

La sua eroicità, oggi? 
«L'aver riconosciuto il proprio errore ed essersi rimesso in gioco con Sandro Donati». 

L'esclusione dai Giochi?
«Una macchinazione contro un personaggio scomodo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Novembre 2016, 09:35
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