Amadeus: «Il mio ultimo Sanremo. Io miracolato? È la verità»

Il conduttore di Sanremo sta per dare inizio al suo quinto Festival consecutivo

Amadeus: «Il mio ultimo Sanremo. Io miracolato? È la verità»

di Dajana Mrruku

Sanremo si avvicina e Amadeus è pronto più che mai e quest'anno «faró un Festival di emozioni». Ha voluto al suo fianco due grandi voci della musica italiana, Marco Mengoni e Giorgia, una sorpresa che veste i panni di Teresa Mannino e due "fratelli", Lorella Cuccarini e Fiorello. 

Amadeus ha già annunciato che questo sarà il suo ultimo Sanremo, il quinto consecutivo e non vede l'ora di dare inizio alla grande festa che partirà il 6 febbraio. 

 

Amadeus, l'ultimo Festival

Amadeus ha raccontato nell'ultima intervista di Chi che questo sarà il suo ultimo Festival: « Ho detto “mi fermo a cinque Festival consecutivi” anche perché altrimenti Fiorello mi chiude in una stanza e butta la chiave! Sono onorato del fatto che la Rai me lo abbia chiesto, mi lusinga.

Ho detto, per una questione di rispetto, per non essere categorico: “Facciamo la settimana del Festival e poi ci sediamo e capiamo”. La mia intenzione è di fermarmi qui. Aver raggiunto il traguardo di Pippo Baudo e Mike Bongiorno è un onore» e, tra l'emozione e un po' di ansia, il conduttore ha intenzione di dare il massimo per far sì che diventi una festa per tutti e che la gara vada quasi in secondo piano. 

In molti lo hanno accusato di essere un «miracolato» e la sua risposta a queste critiche lascia senza parole.

Amadeus: «Ho rischiato di morire»

Amadeus ha raccontato di aver rischiato di morire quando aveva solo 7 anni, a causa di una nefrite che lo ha costretto a stare all'ospedale per tre mesi. La devozione a Santa Rita lo ha salvato: «Sono molto credente, e credo che i miracoli possano accadere. Per questo prego Dio e Santa Rita per la salute, non prego mai per il lavoro, per farmi andare bene Sanremo, lo troverei irrispettoso»

«Ricordo tutto perfettamente, anche se avevo 7 anni. Ho un ricordo nitido, come se fosse accaduto cinque anni fa. Ricordo la sofferenza, il dolore dei miei genitori, i pianti quando il dottore disse loro che la situazione era grave. Ricordo le trasfusioni, l’ospedale. Ho tutto qui, davanti agli occhi. Per due anni non ho potuto fare sport, correre, vivere come tutti gli altri bambini. E ricordo la gioia quando, a 9 anni, il dottore mi disse: “Ora sei guarito, puoi tornare a giocare a pallone”. Questa cosa mi ha responsabilizzato, sono cresciuto più velocemente. Sono sempre stato responsabile, non ho mai fatto colpi di testa perché non volevo dare altri dolori ai miei genitori», ha rivelato il conduttore. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Gennaio 2024, 13:08
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