«Siamo ciò che siamo e nessuno ci cambierà» è stato finora il loro mantra. Forti di questo, i Maneskin hanno portato con il brano Zitti e Buoni (già disco d'oro e 18 milioni di streaming) il rock a Sanremo e hanno vinto. Ora sono pronti ad approdare all'Eurovision Song Contest, che però - da regolamento - è un pò più bacchettone del festival nostrano e non accetta parolacce nei testi, tanto da costringere la band ad autocensurarsi per esibirsi a Rotterdam.
«Siamo ribelli, mica scemi - sintetizza con un sorriso Damiano, il frontman del gruppo -. Non ci ha fatto piacere dover cambiare il testo, ma c'è un discorso di buon senso». I Maneskin, smaltita la sbornia da Sanremo, sono pronti a presentare il loro nuovo progetto discografico, a due anni dal debutto con Il ballo della vita: Teatro d'ira - Vol.I, prima parte di un progetto più ampio, registrato tutto in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente (VT) per ricreare la dimensione live.
«Il titolo - spiegano i quattro giovani artisti - fa riferimento a un'ira catartica, la nostra rabbia trasformata in qualcosa di positivo, che porta a cambiare le cose». Un disco, ribadiscono, «tutto suonato, crudo, contemporaneo che ci rappresenta oggi». E pace, se qualche purista del rock, storce la bocca. «Non siamo i Led Zeppelin - attacca Damiano -, ma ci devi arrivare a essere i Led Zeppelin, dateci il tempo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Marzo 2021, 18:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA