Kasabian, ecco il nuovo album '48:13':
"Salveremo il rock rivoluzionandolo"

Kasabian, ecco il nuovo album '48:13': ​"Salveremo il rock rivoluzionandolo"

di Federico Scoppio
ROMA - Promettono di salvare il rock e rivoluzionarlo: i Kasabian arrivano con il nuovo disco, '48:13'.





“48:13” arriva dopo il successo di “Velociraptor”, che tipo di disco è?

«È uno sguardo a quello che potrebbe essere il sound del futuro, molto più aperto all'elettronica e all'hip hop. Avevamo raccontato di aver ascoltato molto Kany West durante le registrazioni, in effetti c'è un approccio meno chiuso».



E consacra dieci anni di attività...

«Quando abbiamo iniziato avevamo 16 anni, eravamo teen-ager, e sei molto molto diverso quando hai 16 anni. Ma il nostro sguardo nei confronti della musica è rimasto invariato nonostante le nostre relazioni e tutto quanto si è evoluto».



Odiate la tecnologia, ma la vostra musica è molto legata ai computer...

«Lo so, suona come una grande contraddizione. La cosa che spaventa è come la tecnologia può dominare tutto, controllare i cervelli proiettando schermi ovunque. Ma può essere una grande opportunità se usata nel modo giusto, come nella musica».



Avete definito i vostri concerti come dei nuovi rave party. Cosa vi ispira di questi party?

«Lo spirito comune che si crea attorno alla musica, il fatto che la gente decida di abbandonarsi completamente alla musica per sentirla come parte di sé e trarre da essa una nuova forma di energia».



La copertina del disco è rosa shocking, per quale motivo?

«Abbiamo un'immagine molto mascolina, quindi come colore per una cover di un nostro album scegliere il rosa acceso è una follia. Sarebbe stato facile, e scontato, fare una copertina nera. Abbiamo puntato su questo per mettere subito le cose in chiaro, è una provocazione per dire che siamo tutto ciò che non avreste mai immaginato».



Un tour alle soglie (anche se in Italia arriverete solo il 31 ottobre e il 1 novembre). I vostri concerti sono famosi per i grandi giochi di luci e fuochi artificiali. Avete già preparato qualcosa per il tour di questo album?

«Ci stiamo già riflettendo, passeremo i prossimi due o tre mesi a pianificarlo. D'altronde ci sentiamo sulle spalle una grande responsabilità per questo».



Siete fan degli Oasis, come avete appreso la notizia della loro possibile riunione?

«Come una straordinaria notizia. La loro divisione non poteva durare per sempre, sono una famiglia, e anche se ci vorrà ancora del tempo, non credo che non torneranno ancora insieme. Se stai insieme da tanto sono convinto che il modo di lavorare insieme, il feeling che c'è stato una volta, si può ricreare se ci si impegna».



Avete detto che il rock sta morendo. Cosa intendevate?

«Tranquillo, noi siamo qui per salvarlo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Giugno 2014, 09:45
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