Cesare Cremonini presenta The Best of: «Un forziere di canzoni per i miei primi vent'anni»

Cesare Cremonini presenta The Best of: «Un forziere di canzoni per i miei primi vent'anni»

di Francesca Binfaré
Cremonini 2C2C The best of è la prima grande raccolta del repertorio di Cesare Cremonini, in uscita venerdì, con 32 hit, 6 inediti e rarità. 

Cremonini, che cosa rappresenta questa raccolta?
«Non è solo una raccolta, è un forziere con il repertorio ventennale che ho costruito rimanendo fedele all’età che ho e alla cultura musicale da cui provengo, anche quando un paio di dischi hanno venduto meno di Squérez. Non puoi ascoltare 20 secondi di un mio brano e dire “è questo”, perché uso strutture un po’ inusuali per il pop. Il best arriva ora perché posso mettere insieme tutto il mio percorso, che è orizzontale, diverso da quello verticale e veloce della musica di oggi: una canzone è legata all’altra, il disco lo dimostra perché è la mia autobiografia musicale».

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Questo album è un bilancio?
«No, io guardo al futuro. Sto per compiere 40 anni, ho voluto che la musica crescesse con la mia persona. In queste canzoni mi racconto in maniera intima, sono autobiografiche. Ho perso mio padre, ho fatto i conti con la fine. Dallo smarrimento nasceranno belle canzoni».

Ha inserito 6 inediti, di cui uno strumentale: un disco nuovo?
«Mi sono messo a scrivere un nuovo album, che è breve perché il tempo è scaduto. È rimasta fuori una dozzina di canzoni non finite».

C’è stato quel contatto con Tiziano Ferro di cui ha scritto qualcuno?
«Lui non mi ha mai proposto una canzone e io non l’ho mai rifiutata».

Come sarà il tour negli stadi, in partenza il 21 giugno da Lignano?
«Una festa con le canzoni nuove e le hit al centro dello show. Sarà una sfida portare dal vivo tutti gli stili musicali che ho affrontato in carriera, dall’elettronica alle grandi orchestre. Ho posticipato il tour del Natale 2020 perché voglio capire come offrire qualcosa di diverso».

Non sente distanza dalle canzoni scritte a 17 anni?
«Né fastidio né imbarazzo, mi ci identifico ancora».

Ha mai pensato a una reunion dei Lùnapop?
«No, è come se mi chiedessi davanti alla foto delle elementari se mi piacerebbe tornarci. Preferisco la foto che verrà».

Per Natale le luminarie di Bologna avranno le sue parole, che sostituiscono quelle di Lucio Dalla.
«Nessuno vuole essere Robin è figlia della scuola cantautorale bolognese di cui, per me, Dalla è sovrano assoluto. Sono onoratissimo e felice».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Novembre 2019, 08:13
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