Una canzone per ricordare "il prof" Carmina, morto un anno fa nella tragedia di Ravanusa (e citato anche da Mattarella)

Una canzone per ricordare "il prof" Carmina, morto un anno fa nella tragedia di Ravanusa (e citato anche da Mattarella)

di Totò Rizzo

Il professore di cui canta è stato il suo professore al liceo, lo stesso che, suo malgrado, diventò “il professore” lo scorso anno, citato il 31 dicembre in tv dal presidente della Repubblica: “mordete la vita!”, aveva scritto in una lettera ai ragazzi il giorno in cui era sceso dalla cattedra per andare in pensione, “mordete la vita!” ripeté Sergio Mattarella a reti unificate nel discorso di fine anno rivolgendosi ai giovani di questo Paese. Ovvero: non arrendetevi, non adagiatevi, lottate per i vostri sogni. L’11 dicembre sarà un anno che Pietro Carmina, “il professore”, è morto, una tra le nove vittime del crollo di una palazzina a Ravanusa, in provincia di Agrigento, per una fuga di gas. Armando Cacciato, cantautore siciliano “sui generis” (dal rock al pop, passando per l’amatissima elettronica) è l’allievo che scoprì Carmina sui banchi del liceo classico “Foscolo” di Canicattì. E adesso gli dedica il suo nuovo singolo, “Il professore” (etichetta Circuiti Sonori).

Ad un anno dalla tragedia di Ravanusa, l’esigenza di raccontare in musica la figura del suo professore di filosofia. Perché?

«Perché al dolore è subentrata la riflessione. E ho capito quanto siano importanti certe persone nel corso della nostra formazione, specie quando si è adolescenti. Ero tra i banchi del liceo “Foscolo” quando Carmina è arrivato per spiegarci quanto coltivare il pensiero giorno per giorno fosse una palestra importante per la nostra libertà».

Un maestro di vita, in pratica.

«Sì, anche se lui rifuggiva questo ruolo, voleva che pensassimo ognuno con la propria testa». I

ll rapporto con la classe?

«Grande scambio di idee ma si scherzava anche, e spesso. Era dotato di grande sarcasmo, il professore Carmina, ma non quello cinico, tendente ad un atteggiamento disilluso, scettico.

Era più arguzia, la sua, acume, frecciatina. La filosofia non era solo una materia scolastica, era soprattutto un metodo di vita. Non una religione, né una fede: era un’arte, l’arte del pensiero per l’appunto, quello che tiene sveglia la nostra capacità critica».

Come l’ha influenzata una personalità così affascinante?

«Non era certo l’influenza quasi ipnotica del maestro, era lo stimolo alla sfida quotidiana per fare emergere le nostre attitudini. Devo a lui l'aver capito che mi attraeva la pedagogia, devo a lui il mio fare formazione, oggi, ai pedagogisti delle comunità psichiatriche». ù

Non è facile raccontare in una canzone tutte queste cose.

«Ho scelto la via della semplicità ed è stato tutto spontaneo. Gli ho dedicato anche una citazione da “Prospettiva Nevskij” quando alla fine Battiato canta “e il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”. Si ritorna al tema famoso della lettera “mordete la vita!”. Trovare l’alba anche in tempi un po’ cupi come i nostri».

Un aneddoto, tra i molti immagino.

«In un periodo di lotte studentesche, eravamo indecisi se occupare la scuola o meno soprattutto perché occupando sarebbero saltati i “viaggi d’istruzione”. Mi prese da parte, mi chiese che intenzioni avessimo, gli espressi quelle perplessità. Nonostante fosse “controparte”, mi fece capire che saremmo stati più coerenti occupando».

Dopo questo singolo cosa la aspetta?

«L’uscita del nuovo album, “Lo stato delle cose”, prevista tra febbraio e marzo sempre per Circuiti Sonori. Un ritorno all’elettronica che è sempre stata la mia passione».


Ultimo aggiornamento: Sabato 10 Dicembre 2022, 14:45
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