Russell Crowe: «Il mio Poker Face girato durante il Covid, una sfida vinta: l'ho fatto per mio padre»

Russell Crowe: «Il mio Poker Face girato durante il Covid, una sfida vinta: l'ho fatto per mio padre»

di Alessandra De Tommasi

 Russell Crowe ottavo re di Roma? Qualcosa del genere, visto che ha appena trascorso un weekend intero nella Capitale per la Festa del cinema, nella sezione Alice nella città. Intanto ha ribadito la fede laziale: «Ho sempre apprezzato la generosità e amicizia dei tifosi della Roma ma… il Colosseo è nel Lazio, e qui finisce la conversazione». Peraltro proprio quest’estate aveva portato i figli a visitare il monumento, che chiama affettuosamente «l’ufficio di papà» (con riferimento a Il gladiatore, che gli è valso l’Oscar). Stavolta invece il 58enne neozelandese ha presentato Poker face (in sala dal 24 novembre, distribuito da Vertice 360), che dirige e interpreta: nel thriller è Jake Foley, miliardario che trasforma in business la passione per il poker. «A costo di sembrare impopolare – ha spiegato ieri alla stampa – dico che detesto profondamente il mondo del gioco d’azzardo. Scommetto una volta l’anno sui cavalli e finisce lì: lo considero una delle derive peggiori della nostra società e lasciare che qualcuno trascorra online 24 ore al giorno buttando soldi è a dir poco perverso».

Sembra quasi un controsenso, visto che il film se l’è pure prodotto, ma una ragione c’è: «L’ho fatto per mio padre, che è morto dieci giorni prima che mi chiamassero per dirmi quale catastrofe fosse. La sceneggiatura faceva acqua da tutte le parti, il regista aveva mollato e non c’era il cast. Mi hanno chiesto di subentrare perché in cinque settimane saremmo dovuti andare sul set. Le famiglie dei 280 membri della troupe coinvolti sarebbero rimaste senza cibo in tavola in piena pandemia se mi fossi rifiutato e mio padre non lo avrebbe voluto né permesso». Dopo aver riscritto due volte il copione, aver chiamato di notte gli amici-colleghi per coinvolgerli nel progetto, le riprese sono state interrotte due volte per Covid, con vari disastri nel mezzo, in pieno lockdown: «Questa sfida, impossibile sulla carta, l’ho superata e la ricorderò per sempre come la più ardua della mia carriera».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Ottobre 2022, 07:57
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