Jean Paul Belmondo, Rino Barillari: «È stato un'icona della Dolce vita e l'ultimo dei playboy»

Jean Paul Belmondo, Rino Barillari: «È stato un'icona della Dolce vita e l'ultimo dei playboy»

di Marco Esposito

«Jean Paul Belmondo è legato in maniera indissolubile a Roma, alla "Dolce Vita", a Via Veneto, al Jackie O'. Abbiamo perso un grandissimo personaggio, che amava la nostra città». Musica e parole di Rino Barillari, The King of Paparazzi, l'uomo che la dolce vita capitolina non l'ha solo vissuta, ma che l'ha soprattutto raccontata, grazie alla sue foto. 

Rino Barillari, è vero che è stato lei l'ultimo a fotografarlo a Roma?

«Si, era insieme al figlio di Alain Delon e a su figlio. Erano all'all'Harry's Bar, proprio per un'intervista sulla dolce vita».

Belmondo amava Roma, vero?

«Ehhhh. Assolutamente. Era legatissimo. E Roma amava lui: quando passava per Via Condotti fermava il traffico, le donne erano tutte innamorate di lui. Ancora oggi, le giovanissime quando faccio vedere una sua foto dell'epoca impazziscono. Non se ne lasciava sfuggire una».

Qual era la Roma di Belmondo? 

«Beh, Via Veneto innanzi tutto. Lui frequenteva sempre l'Harris bar, andava spesso al Club 84, amava Trastevere come un romano. Ogni tanto lo potevi trovare anche a piazza San Lorenzo in Lucina. E poi andava  Al piccolo mondo, in una traversa di via veneto. E anche Piazza Farnese, da Camponeschi».

Quando vi siete conosciiuti? 

«Negli anni 60, in giro per la città. Era una persona disponibile, mai arrabbiato, mica come gli inglesi che prima bevono e poi sono sempre incazzati»

Cosa ricorda di lui?

«Con lui feci uno dei miei scoop. Eravamo proprio alla fine della Dolce Vita, era il '71. Lui si innamorò pazzamente di Laura Antonelli. La Antonelli era nel locale di Beatrice Iannozzi, il Jackie O' a Via Boncompagni. Aveva la pelliccia e si avvicinò alla guardarobiera. Lei gli diede il numero per riprenderla ma la Sandrelli le disse "Non ho soldi con me, ma appena mio marito arriva la paga".

Ma a saldare il conto arrivò Jean-Paul Belmondo.  Le mie foto fecero il giro del mondo. Poi ci fu anche Ursula Andress». 

Ha "beccato" anche loro?

«E certo. Erano insieme a Roma, shopping forsennato. Fotografato anche loro. Ma era il tempo di personaggi mitici, che avevano grande rispetto per noi paparazzi. Gente seria».

A chi si riferisce?

«Lui,  Alain Delon, Jean-Louis Trintignant, Brigitte Bardot, Roger Vadim...tutti loro, nella città eterna nel momento della Holywood sul tevere, con più di 35 film l'anno girati a Cinecitta... Per noi paparazzi era bellissimo: le nostre foto facevano il giro del mondo. E facevano pubblicità a Roma». 

Con la morte di Jean Paul Belmondò se ne va l'ultimo divo?

«No, l'ultimo divo no, assolutamente. Sparisce un personaggio che nessuno scorderà a partire dal film La ciociara» 

Perché i personaggi di quel periodo avevano un fascino che quelli di oggi non hanno? Oppure è solo una questione di distanza del tempo?

«Questi di oggi non hanno una storia da raccontare. Abbiamo solo Favino, che infatti viene soprannominato "Marcello". Quei personaggi avevano una storia, c'era un cinema diverso, le  sale erano piene, avevano tutti studiato recitazione e drammaturgia. Alcuni di quelli di oggi al massimo possono dire qualche parolaccia. Ma Belmondo rimane un'icona della dolce vita». 


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Settembre 2021, 17:06
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