È stato il rischio più grande al botteghino della scorsa estate, invece “Oppenheimer” ha quasi sancito un’alleanza improbabile con “Barbie” ed entrambi i titoli si sono ritrovati con 8 nomination ai Golden Globe, iniziando così la scalata verso gli Oscar. Il biopic sul creatore della bomba atomica scritto da Kai Bird e Martin J. Sherwig (che dà il titolo al film e che sullo schermo ha il volto di Cillian Murphy) è arrivato al cinema grazie alla tenacia di Christopher Nolan, che ha assemblato un cast all star con Matt Damon, Emily Blunt e Robert Downey Jr., tra gli altri. E in parte anche per la sua curiosità: «Mi intriga molto – racconta il regista durante un incontro con la stampa estera – la fisica quantistica e, da “Interstellar” a “Tenet”, ho sempre lavorato con Premi Nobel. È il motivo per cui il passaggio cruciale dalle teorie di Einstein al lavoro di Oppenheimer mi appassiona così tanto. Si cambia proprio la prospettiva scientifica, ma il mio lavoro è quello di avere un’idea generale dell’argomento, non di diventarne esperto».
Prima dell’arrivo in sala la tensione era alle stelle e, anche se il film è tratto da un romanzo (edito da Garzanti in Italia), inizialmente il Giappone aveva persino proibito di proiettarlo. Proprio per questo Murphy ha accettato subito la parte: «Amo le sfide – dice - e con questo criterio seleziono le sceneggiature. Qui ho sentito grande responsabilità di rappresentare un’icona che ha cambiato il mondo, ma era una pressione gestibile, anche perché Nolan ci ha protetto e ci ha dato la possibilità di sperimentare». Non è un segreto che, con un regista di questo calibro, avrebbe accettato comunque: «Non c’era poi tanto da pensarci, ho detto sì a scatola chiusa, senza leggere neppure il copione. Fa parte del mio modo di lavorare: se uno sceneggiatore pensa a me scrivendo una parte allora accetto e ringrazio. In questo caso il mio cervello passava dal terrore all’esaltazione, perché questo è un uomo che ha cambiato il destino dell’umanità. Storie così epiche non si vedono spesso e tu ti ci devi buttare e basta».
Il film (che dura tre ore) è ambientato negli anni 40, durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta il Progetto Manhattan, che riuniva i migliori scienziati degli Stati Uniti, capitanati da J.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Gennaio 2024, 06:10
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