'Che vuoi che sia', Edoardo Leo racconta i 40enni alle prese con la viralità dei social

'Che vuoi che sia', Edoardo Leo racconta i 40enni alle prese con la viralità dei social

di Michela Greco
- Per una coppia di quarantenni precari, volenterosi, ma schiacciati dalla crisi, c’è un gruppo di ventenni rampanti che comandano dall’alto della loro padronanza di selfie e fenomeni virali, dove basta intuire - e governare - un trend per farsi ricchi col nulla.

Nel mondo raccontato da Edoardo Leo, al suo quarto film da regista con Che vuoi che sia, le diverse generazioni si parlano, ma si capiscono a fatica, perché in quei pochi anni che li separano si è scavato il fossato profondo della comunicazione digitale e dei social network. «È l’oscura massa del web - come l’ha definita l’attore-regista - che può fare di tutto perché non ha identità»: può premiare un’idea strampalata con una valanga di soldi, ma anche distruggere delle vite irrompendo nella loro intimità, come purtroppo ci ha raccontato recentemente la cronaca.

Il film di Leo, in sala da giovedì, racconta proprio di una coppia di quarantenni innamorati (lo stesso regista e Anna Foglietta), che sperano di trovare la stabilità economica che permetta loro di fare un figlio grazie a un crowdfunding a sostegno dell’idea imprenditoriale di lui. Il problema è che, per colpa di un video girato e messo online in un momento di ubriachezza ed esasperazione, il progetto si trasforma nella realizzazione di un filmato hard tra le pareti di casa che fa impennare l’attenzione del “popolo della rete”.

Ed ecco che le offerte di denaro fioccano e mettono a dura prova i valori dei due. «Volevo raccontare qualcosa di contemporaneo - ha spiegato Leo - come la ferocia dei social, accostandolo al tema più classico del prezzo che si può dare alla propria intimità. Credo che la commedia ci debba disturbare un po’ anche se fa ridere». Con un racconto credibile, divertente ma amaro e ricco di spunti, Edoardo Leo coglie perfettamente lo spirito di un’epoca, la nostra, in cui il web, entità immateriale e onnipresente, plasma la nostra società e spesso asseconda e amplifica i peggiori istinti. Ma descrive anche una generazione derubata del presente e del futuro, sottoposta alla continua tentazione di un guadagno che può essere facile, a patto che si sia disposti a svendersi. «Ormai il senso del pudore si è spostato in avanti - ha detto il regista - mi chiedo dove sia arrivato e quale sia il confine». Intanto, ha suggerito Foglietta, “bisognerebbe educare al mezzo digitale: da madre, il cyberbullismo mi terrorizza»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Novembre 2016, 08:55
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