Sclerosi multipla, arriva il farmaco efficace
per via orale: superati i 100 mila pazienti
di Antonio Caperna
«Fingolimod vanta ormai circa dieci anni di esperienza clinica e le evidenze sulla sua efficacia e tollerabilità sono consolidate e arrivano da studi clinici registrativi che sono in fase di estensione - afferma Carlo Pozzilli, professore ordinario di Neurologia, Sapienza Università di Roma e responsabile del Centro Sclerosi Multipla, Azienda Ospedaliera “S. Andrea”, Roma -. I risultati dimostrano che fingolimod è in grado di rallentare la progressione della malattia. La RMN ha evidenziato la riduzione di nuove lesioni e il rallentamento del processo di atrofia cerebrale».
Il favorevole profilo beneficio/rischio di fingolimod è stato ulteriormente convalidato nelle scorse settimane con l'approvazione, da parte della Commissione Europea, dell'allargamento dell'indicazione per fingolimod nella sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) che ora comprende anche i pazienti adulti che non hanno risposto alla terapia con altri farmaci orali (cosiddetti DMT) anche i recentemente approvati.
Attualmente la terapia è approvata in 80 Paesi. La sclerosi multipla colpisce oltre 2 milioni di persone nel mondo ed è una malattia cronica del sistema nervoso centrale, che compromette il normale funzionamento del cervello, del nervo ottico e del midollo spinale. L'evoluzione della malattia si traduce in una progressiva perdita sia della funzionalità fisica (come la difficoltà a camminare) sia di quella cognitiva (come la difficoltà a svolgere attività mentali, o problemi di memoria). La malattia insorge nella maggior parte dei casi tra i 20 e i 40 anni.
La perdita della funzionalità fisica e cognitiva è determinata da due principali tipi di danno, che contribuiscono all'estesa perdita di neuroni (le cellule nervose presenti nel cervello e nel midollo spinale, i cui compito è quello di trasmettere impulsi): lesioni infiammatorie distinte (danno focale) nel cervello, che dal punto di vista clinico possono manifestarsi sotto forma di ricadute; danno progressivo, più diffuso, che inizia precocemente nel corso della malattia e provoca una crescente perdita di tessuto cerebrale, inclusi i neuroni, e che nel corso del tempo si associa ai problemi sia fisici che cognitivi.
leggocaperna@gmail.com
Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Settembre 2014, 11:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA