Allarme ebola: "Personale e attrezzature,
Italia impreparata". Anche l'Oms fa mea culpa

Allarme ebola: "Personale e attrezzature, ​Italia impreparata". Anche l'Oms fa mea culpa

di Giammarco Oberto
MILANO - La domanda è: che cosa sarebbe successo se il paziente zero invece che finire nell'ospedale di Dallas - dove pure due infermiere che lo hanno assistito sono state contagiate da Ebola - fosse stato ricoverato in un ospedale italiano? La risposta è: il disastro. Lo dice il sindacato degli infermieri Nursind.





«Gli infermieri italiani non sono preparati a far fronte ad eventuali casi di Ebola». Lo dice chiaro il segretario nazionale Andrea Bottega: «Nel nostro Paese il personale ospedaliero non ha ricevuto una formazione specifica né rispetto alla malattia né circa l'utilizzo dei dispositivi di protezione. E in molti ospedali italiani mancano del tutto tute e maschere». Dai magazzini sono andati a rispolverare le vecchie tute in dotazione contro la Sars, «ma si tratta di tute diverse e per nulla conformi ai protocolli relativi al trattamento dei pazienti con Ebola». Con Ebola basta un minimo errore, lo racconta la cronaca: l'infermiera spagnola ora in cura a Madrid si era sfiorata una guancia con il guanto.



L'Italia è impreparata, ma non è la sola. Soltanto adesso che la minaccia è globale l'organizzazione mondiale della sanità si è accorta che in Africa - dove il virus è comparso per la prima volta nel 1976 - sono stati inanellati errori su errori nel contrasto di Ebola. «Staff incompetenti, troppa burocrazia e mancanza di informazioni attendibili» è il mea culpa dell'Oms contenuto in un documento interno finito nelle mani dell'Associated Press. Ora il problema è contenere il contagio: oggi a Lussemburgo ci sarà un summit dei ministri degli Esteri «per alzare la risposta della Ue contro l'epidemia». Una buona notizia, però, arriva da Madrid: è guarita l'infermiera spagnola colpita dal virus: negativi tutti i test.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Ottobre 2014, 10:55
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