Catania, la preside boccia il murales
per Impastato: studenti in rivolta

Catania, la preside boccia il murales ​per Impastato: studenti in rivolta
​I 100 passi...indietro contro la mafia: sono quelli che ha fatto la scuola Galileo Galilei di Catania sulla questione del murales dedicato a Peppino Impastato, ucciso dalle cosche di Cosa Nostra il 9 maggio del 1978, riportata da giornali locali. Gli studenti del liceo premono per realizzare un disegno sul muro esterno del loro istituto con il ritratto del giornalista e attivista siciliano, la cui storia è stata magistralmente raccontata dal film "I 100 passi". Purtroppo però non riescono ad ottenere risposta affermativa dalla preside, e tra loro e la dirigente scolastica è ormai lotta a viso aperto.





Questo succede passati pochi giorni dal 21 marzo, Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime di Mafia organizzata dall'associazione Libera. Il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, ha affermato in maniera forte il ruolo che deve avere la scuola nella guerra alla criminalità organizzata: "La scuola deve stimolare il desiderio della responsabilità, questi ragazzi ci osservano" ha dichiarato ai microfoni di Skuola.net.



LA LOTTA DEL MURALES PER PEPPINO IMPASTATO - "Ci sentiamo presi in giro. Intorno alla nostra proposta si è generato un muro di imbarazzante silenzio che sta uccidendo di nuovo Peppino Impastato e i suoi ideali": così gli studenti del liceo Galileo Galilei di Catania di esprimono dalle pagine di MeridioneNews sullo stallo in cui si trova oggi la loro proposta di realizzare un murales sul muro esterno della scuola. L'immagine doveva rappresentare il volto di Peppino e la famosa frase "La mafia uccide, il silenzio pure", ma il progetto è stato rifiutato: la dirigente scolastica, sostengono i ragazzi, avrebbe detto che un volto con una citazione accanto erano un'immagine "desueta" e che quindi andava cambiata. "Ci è stato detto — spiega Simone De Pieri, uno degli studenti coinvolti — che la frase era troppo forte, che non andava bene perché troppo diretta. E poi c'era quel problema di Peppino Impastato, la sua figura non andava bene". Così l'idea iniziale è stata "smorzata", ma sia la seconda che la terza versione sono state rifiutate. "A questo punto la preside ci ha chiesto di cambiare il tema. Di fare un murales più educativo" - racconta il sedicenne Riccardo Foti - "Noi ci siamo rifiutati, così la preside ci ha risposto: "Fatelo da un'altra parte". LA REPLICA DELLA PRESIDE - La preside del Galileo Galilei sostiene invece di non essersi mai opposta, ma semplicemente di non essere riuscita a trovare un punto d'incontro con gli studenti. Per questo la situazione si sarebbe bloccata. "Cerchiamo di fare delle cose adeguate alla scuola e al contesto in cui operiamo" avrebbe affermato il dirigente scolastico, come si legge su MeridioneNews. La lotta comunque continua e il caso del murales arriverà in consiglio comunale, patrocinato dal consigliere Agatino Lanzafame, che ha seguito gli studenti sin dalle fasi iniziali di progettazione del dipinto.



DON CIOTTI: QUESTI RAGAZZI CI OSSERVANO - Solamente qualche giorno fa, il 21 marzo, si è celebrata la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime di mafia organizzata da Libera, associazione che da anni opera contro le mafie e guidata da Don Luigi Ciotti. A Bologna il corteo celebrativo ha accolto decine di migliaia di studenti e tantissime scuole, sottolineando il ruolo educativo di queste ultime, confermato con forza dallo stesso Ciotti intervistato da Skuola.net: "la scuola deve unire consapevolezza e responsabilità - ha detto il presidente di Libera - e deve stimolare il desiderio della responsabilità. Questi ragazzi ci osservano e chiedono un mondo di adulti vero, coerente e credibile".
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2015, 17:38
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