Giannini: "Teoria gender con la 'Buona scuola'?
Tutto falso, chi lo dice fa una truffa culturale"

Giannini: "Teoria gender con la 'Buona scuola'? Tutto falso, chi lo dice fa una truffa culturale"

di Giulia Parini
ROMA - «Una grave truffa culturale». Con queste parole ieri il ministro, all'istruzione, Stefania Giannini ha voluto mettere fine al polverone che, negli ultimi mesi, ha investito la riforma della Buona Scuola in merito alla presunta “teoria gender” promossa nei programmi scolastici.





Con tanto di circolare chiarificatrice direttamente ai presidi nelle scuole. Secondo gli oppositori, la teoria gender mira a confondere le idee dei bambini, nella distinzione tra uomo e donna, lasciando che scelgano da sé. Nell'allarmismo generale si è parlato anche di argomenti trattati in classe come il sesso, la masturbazione e la pedofilia.



Ce n'è abbastanza per scatenare le ire di partiti politici, associazioni di genitori e gruppi cattolici. Ma la verità è un'altra. «Chi ha parlato e continua a parlare di teoria gender - ha spiegato la titolare di viale Trastevere - compie una truffa culturale e voglio dire con chiarezza che ci tuteleremo con gli strumenti adeguati, anche legali. La nostra è una lotta alla discriminazione».



Con il plauso dell'ordine degli psicologi del lazio. Il caos è scoppiato nel mese di giugno scorso quando il neo sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, sostenuto dal centrodestra, mise al bando i testi negli asili che proponevano due genitori dello stesso sesso. Ma la bufera non si placa. «La riforma - replica Filippo Savarese, portavoce dell'associazione pro-family "La Manif pour tous" Italia - rende obbligatorie le tematiche di genere, quasi sempre trattate da associazioni Lgbt e dunque in modo ideologico».



Dello stesso tono Giorgia Meloni, in prima linea contro la teoria gender: «Da Giannini dichiarazioni di gravità inaudita».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Settembre 2015, 13:53
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