Scuola, il rebus date: si riapre il 1° settembre o a fine mese dopo il voto

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di Lorena Loiacono
La riapertura della scuola si allontana ancora, slittando a fine settembre. Il motivo? L'election day, per cui niente studenti in classe: c'è da allestire i seggi. Togliere i banchi per far entrare l'urna elettorale è uno di quei problemi che, sulla scuola, pesa davvero tantissimo. E quest'anno peserà ancora di più visto che gli istituti sono chiusi da marzo e le famiglie aspettano la riapertura da mesi. Ci sono infatti lezioni da riprendere, insufficienze da recuperare e rapporti da riallacciare.
LE URNE
Dopo 6 mesi di chiusura, ci si aspetta che la scuola riapra. Ma su questa aspettativa incombe l'election day: il voto che interesserà le elezioni regionali in Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d'Aosta, e comunali e probabilmente anche il referendum sul taglio dei parlamentari. Un'unica giornata prevista, per ora, per il 20 settembre.

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E visto che, purtroppo, l'unica sede possibile per i seggi sembra essere quella scolastica, nonostante questo tipo di organizzazione crei problemi da anni, il rischio è che le lezioni per ripartire debbano attendere lo spoglio delle urne.
Sono tre le possibili date da considerare per la ripresa delle lezioni: il primo settembre, il 15 o il 23. Per il momento, in base ai calendari regionali, l'anno scolastico parte intorno al 15 settembre ma quest'anno la data rischia di saltare anche se il Ministero dell'Istruzione proverà a confermarla, coinvolgendo le Regioni.

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I PROBLEMI
I problemi però non mancano: per organizzare i seggi e sanificare le classi, come previsto dall'emergenza sanitaria, le scuole potrebbero restare chiuse almeno dal 18 settembre fino al 22. A quel punto sarebbe difficile aprire le scuole il 15 e far entrare i ragazzi dopo una prima importante sanificazione: le classi infatti resterebbero a scuola solo per tre giorni, per poi ripetere la sanificazione per consentire i seggi e rifarla nuovamente prima del ritorno in classe degli studenti. La decisione finale, purtroppo, potrebbe ricadere sul far entrare in aula gli alunni a partire dal 23 settembre.
Senza contare che andranno al voto anche i Comuni con più di 15mila abitanti quindi per loro è previsto anche un eventuale turno di ballottaggio. Vale a dire che potrebbero tornare i seggi in classe anche nella giornata del 4 ottobre, con un'ulteriore chiusura degli edifici scolastici dal 2 al 6 ottobre. E con buona pace della ripresa della didattica.

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C'è poi la possibilità di tornare tra i banchi il primo settembre, come già annunciato dal ministero dell'istruzione. In realtà non si tratta di far partire ufficialmente le lezioni ma di riaprire gli istituti e avviare, in piena autonomia scolastica su orari e turni, sia i corsi per gli studenti che sono rimasti indietro con la didattica a distanza sia le lezioni per tutti, per approfondire quegli argomenti che inevitabilmente sono stati messi da parte con le lezioni online. Resta l'incognita della messa in sicurezza e dei tempi per attuarla. La prossima settimana infatti la ministra Azzolina renderà note le linee guida per riaprire in sicurezza: dal distanziamento sociale ai dispositivi da adottare, fino ai nuovi spazi su cui le scuole potranno contare per non lasciare fuori nessuno. L'estate quindi servirà agli uffici scolastici, ai dirigenti e alle segreterie per prevedere una riapertura nella tutela di tutti. Dall'ampliamento degli spazi, dipenderà anche un incremento di docenti e personale Ata che provvederà alla pulizia dei locali. 
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Giugno 2020, 15:12
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