Nasce con una voglia color vino che le copre il viso: «Non uscivo mai senza truccarmi ma ora la amo, è parte di me»

Sabato 2 Dicembre 2023, 14:14

«È parte di me, mi ha reso ciò che sono»

Si tratta di una patologia genetica, la malformazione vascolare, che comporta uno sviluppo anormale dei vasi sanguigni e prende la forma di una voglia che, nel caso di Danielle, copre la parte basse del suo viso e il collo. Quando era giovane, ammette la ragazza, quella macchia attirava spesso l'attenzione e non era raro ritrovarsi gli occhi di qualche curioso addosso.

Oggi, Danielle afferma che la sua voglia è incredibile e riesce ad apprezzarla, ma ammette che non è sempre stato così: «Quando ero giovane, non uscivo mai di casa senza truccarmi. Se andavo a dormire a casa di amici e amiche, mi lavavo la faccia quando tutti erano già a dormire e mi alzavo prima per rimettere il trucco. Nessuno mi aveva imposto di fare queste cose e credo che in parte fosse dovuto al volermi adeguare a ciò che la società considerava "bellezza", ma penso che inconsciamente volessi anche essere in grado di avere il controllo su quando e a chi mostrare la mia voglia, soprattutto perché non avevo avuto alcun controllo sul fatto di averla».

La situazione si è fatta più complicata per Danielle, crescendo: «Il mio labbro inferiore ha iniziato a crescere in maniera significativa durante la pubertà e ancor di più alle scuole medie e superiori». Sebbene il disagio sia cresciuto di pari passo, il percorso della ragazza si è fatto col tempo meno accidentato grazie a un approccio differente: «Ho cominciato a interessarmi ai dettagli medici relativi alla mia condizione e ho pensato fosse affascinante capire, fisicamente, cosa stesse accadendo al mio viso. Ho scoperto che ci sono tante persone in situazioni molto simili e il fatto di potermi interfacciare con loro, che hanno passato ciò che ho passato io, è stata una benedizione».

I genitori di Danielle hanno sempre fatto il massimo per sostenerla: «Sono stati incredibili, è molto difficile gestire una bambina che cresce con una condizione medica, visibile oltretutto, che la spinge ad avere difficoltà a gestire la propria identità e il rapporto con se stessi. Io, però, ho sempre saputo chi sono, cosa voglio e cosa valgo, al di là della mia voglia».

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