«Picchiato dai detenuti»
«Una volta - continua a raccontare a Il Corriere della Sera - venni picchiato dai compagni di cella. Mi imposero di pulire la stanza, dissi no, mi colpirono all’occhio sinistro. Piangevo senza farmi vedere. Quante volte mi sono svegliato nel cuore della notte, ingannato dal sogno di essere libero, di stare coi miei amici, con la mia famiglia. In quei momenti l’unico modo di reagire era aggrapparmi a quelle ali che si chiamano ricordi e volare ai tempi dell'infanzia».
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