Monia Bortolotti, mamma di 27 anni arrestata per doppio infanticidio: «Ha soffocato i figli neonati perché non sopportava il pianto». Non era morte in culla

Sabato 4 Novembre 2023, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 15:13

La riesumazione

Così il Pubblico Ministero ha disposto, a distanza di quasi due anni dai funerali della piccola, nel cimitero di Pedrengo, la riesumazione del suo cadavere per effettuare l'esame autoptico. Purtroppo il pregresso danneggiamento della bara non aveva consentito una buona conservazione della salma della bambina, motivo per il quale l'esame in questione era risultato inevitabilmente falsato e non aveva restituito informazioni risolutive per le investigazioni in corso. L'indagine è proseguita in modo tradizionale, attraverso l'ascolto di medici, parenti, specialisti e amici della donna, nonché attraverso l'analisi della corposa documentazione medica acquisita, e ha consentito, anche in relazione alla morte della prima figlia, di far emergere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna. In particolare, la mamma aveva reso una serie di dichiarazioni discordanti, che non avevano trovato corrispondenza con quanto accertato dai Carabinieri: la bambina, sebbene nata pretermine e leggermente sottopeso, all'atto delle dimissioni dal nido e nelle successive visite pediatriche era una bambina sostanzialmente sana, come il fratello. Pertanto la morte era verosimilmente avvenuta non per cause naturali, ma per asfissia, così da non lasciare sul cadavere segni esteriori visibili all'esame esterno, ma al tempo stesso compatibile sia con una condotta omicida analoga a quella utilizzata dall'indagata nei confronti del secondo genito, sia con l'utilizzo di un cuscino, a cui la donna aveva fatto riferimento, indicandolo quale possibile causa del soffocamento accidentale della piccola, solo dopo aver appreso delle indagini a proprio carico.

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