Licenziata dai vigili del fuoco per i suoi video sul fitness: «L'uomo che mi ha mandato via ora fa le stesse cose postando cose peggiori»

Sabato 20 Aprile 2024, 22:28
Licenziata dai vigili del fuoco per i suoi video sul fitness: «L'uomo che mi ha mandato via ora fa le stesse cose postando cose peggiori»
di Redazione Web
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Era stata licenziata perché aveva un account fitness su Tik Tok, ora il suo supervisore è diventato un influencer da 100mila follower sullo stesso social dove sfrutta il suo lavoro da vigile del fuoco per guadagnare pubblico e soldi. La denuncia online arriva da Presley Pritchard, la cui storia era diventata virale nel 2020 quando era stata licenziata da un dipartimento dei vigili del fuoco del Montana (Usa) in seguito alle critiche per aver postato foto «troppo spinte» sui social media.

«Ero magra. Ho messo su massa per essere forte. Essendo un vigile del fuoco e un paramedico, molte donne erano curiose», ha raccontato al Daily Dot. «Così ho iniziato a mostrare tutto: come mi mantengo in linea quando faccio un turno di 24 ore, i pasti che mangio e gli allenamenti che faccio. Niente di più».

Il licenziamento

Le foto, secondo la donna, non erano affatto «spinte». Presley ha attribuito le cause del suo allontanamento all'atmosfera cameratesca che i ragazzi avevano creato intorno a lei. Uno dei vigili del fuoco che aveva criticato la presenza di Presley Pritchard sui social media è stato Ben Covington che, secondo il Flathead Beacon, aveva attaccato la donna perché «usava le attrezzature dei contribuenti a beneficio della sua attività secondaria», riferendosi alle foto che la ritraevano con una maglietta del dipartimento.

Presley aveva quindi rimosso il post, sostituendolo con uno privo del logo. Nonostante la rimozione di qualsiasi riferimento diretto al dipartimento, la donna è stata successivamente invitata dalla direzione a cancellare tutti i post relativi al suo lavoro, punizione: il licenziamento. La donna si è rifiutata ed è stata infine mandata via, ma in seguito ha intentato con successo una causa per discriminazione.

«Hanno cercato di dimostrare che avevo fatto soldi grazie al dipartimento mentre ogni azienda da cui sono stata sponsorizzata ha scritto una lettera in cui affermava che non mi hanno mai pagato per nulla che avesse a che fare con il mio lavoro. Si trattava solo di fitness in palestra», ha detto.

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