Le rassicurazioni dall'Italia
I legali si sono già visti respingere tre richieste sulla misura alternativa da eseguire in Italia, per pericolo di fuga. «Vogliamo ora che ci sia questo pezzo di carta», spiegano. La procedura, chiariscono, prevede che il Tribunale di Budapest prima valuti l'istanza e in caso di via libera si rivolga al Paese estero per chiedere che certifichi il modo in cui sarà eseguita la misura. La difesa, in sostanza, chiede che quest'ultimo passaggio venga "anticipato" nell'istanza, come "rassicurazione" sul fatto che la 39enne, maestra e militante antifascista, non si sottrarrà alla misura cautelare e al processo. Processo con prossima udienza a maggio e che potrebbe durare anche un anno.