Fisco, niente pignoramento. Meloni blocca il prelievo forzoso: «Non se ne parla, questa norma non passa»

Giovedì 26 Ottobre 2023, 23:05

Pignoramento conto correnti

Il pignoramento dei conti correnti già esiste nell'attuale normativa fiscale, ma la manovra di bilancio avrebbe reso la procedura più precisa e veloce, dando la possibilità all'Agenzia delle entrate-Riscossione di verificare direttamente le disponibilità dei depositi in banca. Il tutto per migliorare il raggiungimento degli obiettivi di lotta all'evasione già espressi nella delega fiscale.

Oggi il pignoramento arriva dopo un serie di passaggi in cui l'agente della riscossione, verificato il mancato pagamento di una tassa, chiede al contribuente di sanare la propria posizione: l'invio della cartella, dei successivi solleciti e quindi dell'avviso di intimidazione, se il cittadino non risponde con il pagamento a nessuna delle richieste. L'avviso di intimidazione, che precede il pignoramento, è inviato a distanza di un anno dalla cartella. Da quel momento il contribuente che ha il debito con il fisco ha 5 giorni di tempo per effettuare il versamento, con la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme dovute. Se il contribuente evade anche in questi casi, l'agente della Riscossione oggi può già vedere se e dove il cittadino ha dei conti correnti e si rivolge alla banca o alle banche, in caso di più conti aperti. Gli istituti hanno 60 giorni di tempo per rispondere. Il pignoramento esclude l'ultimo stipendio che resta come limite per assicurare le necessità del debitore. Quello che la Riscossione non può vedere, ma potrà in futuro, è quanto è depositato nei c/c, verificando quindi se esistono le somme per mettersi in regola con il fisco.

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