Le aggressioni
«Siamo stati scambiati per la famiglia di Filippo Turetta: da allora riceviamo minacce, insulti, telefonate anonime, recensioni negative al nostro locale e disdette alle prenotazioni».
Decine di disdette ai tavoli «Un uomo ha guidato fin qui da Conegliano – racconta Federico Fesio al Corriere della Sera – Entrato nel locale ha subito iniziato a inveire contro di me e la mia famiglia, convinto fossimo i parenti del ragazzo che ha assassinato Giulia Cecchettin».