Chiara Ferragni, addio ai grandi influencer: come cambia il mondo dei social dopo il Pandoro gate

Lunedì 15 Gennaio 2024, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 17:11

Il potere degli influencer sui brand secondo Scotti

«Dall’ultimo caso Balocco e Chiara Ferragni è emerso chiaramente il forte potere mediatico che big influencer e celebrities possiedono e che, se non supportato da una comunicazione corretta e trasparente, può incidere profondamente sulla percezione che gli utenti hanno di un brand, online così come offline. Nonostante Agcom abbia recentemente introdotto nuove linee guida per regolamentare i profili con oltre 1 mln di follower e un tasso di engagement di almeno il 2%, tenuti ora a evidenziare la natura pubblicitaria del contenuto in modo immediatamente riconoscibile, sorge spontaneo valutare più attentamente il rapporto costo-beneficio che risulta dal collaborare con queste figure», ha detto Scotti.

«Associare la propria immagine - spiega - a personaggi noti del web e dell’entertainment può non essere sempre la strategia più vincente per raggiungere i propri obiettivi di marketing. Se da un lato permette di veicolare prodotti e servizi a un ampio pubblico, dall’altro aumenta il rischio di incorrere in gravi danni di immagine che possono compromettere la credibilità del brand stesso».

«In tempo di social - avverte - il detto “non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli” non è più un diktat, anzi. In un mondo dove ogni contenuto viene amplificato dalla condivisione e dove ogni utente ha la possibilità di esprimere un proprio giudizio online, risulta essenziale valutare attentamente la strategia di posizionamento e i profili a cui affidare la promozione del proprio brand sui canali social».

«Spesso le aziende vengono attratte principalmente dal numero di follower e dalla popolarità di un profilo, scegliendo di puntare su big influencer e celebrities, pensando di poter così raggiungere una redemption ottimale solo perché più noti. Ma non sempre lavorare su fanbase più alte è sinonimo di una campagna efficace».

I brand, inoltre, potrebbero iniziare a integrare maggiormente, nella loro strategia, con creator più piccoli, che spesso possono offrire «una fanbase più autentica e coinvolta».

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