Capodanno, per il cenone fino a 300 euro a famiglia. Il pesce da scegliere per risparmiare e il rincaro che non ti aspetti

Sabato 30 Dicembre 2023, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 16:02

I rincari

Pesce

Un fine d'anno all'insegna del caro vongole, ma non solo. Le veraci, in vista del cenone di San Silvestro, arriveranno a costare per le famiglie alle prese con il menu di Capodanno fino al 32% in più, colpa delle colture sempre più danneggiate dal granchio blu. Ma tra i prodotti protagonisti del cenone aumenti sognificativi si registrano anche per la frutta secca, con le noci che arrivano a costare l'8,2% in più, per le lenticchie in aumento del 6%, o per il gambero rosa il cui prezzo schizza del 31,5%. I dati sono quelli elaborati da BMTI e Consumerismo, che hanno analizzato l'andamento sui mercati all'ingrosso, ortofrutticoli ed ittici, dei prodotti più gettonati e tradizionali per la tavola di fine anno. Se si vuole risparmiare, emerge dallo studio, allora bisognerà puntare su calamari, il cui prezzo è in calo di quasi il 14% grazie ad una maggiore disponibilità di prodotto proveniente da una pesca abbondante nel mar Atlantico settentrionale, sebbene continui a scarseggiare nei mari nostrani. Aumento del 5% poi sui prezzi delle cozze e del 32% per la vongola verace, entrambe danneggiate dal granchio blu. Insolitamente in aumento, poi, le alici a causa di una scarsità di prodotto soprattutto nella zona adriatica. Stessa sorte quella del gambero rosa, in aumento del 31,5%. Rimane alto, nonostante in calo del 10%, il prezzo dell'astice americano poiché il livello della domanda per questo prodotto è rimasto basso.

Frutta secca

Per quanto riguarda la frutta secca, il trend dei prezzi continua ad essere costantemente in aumento. Negli ultimi dieci anni, infatti, i prezzi sono generalmente aumentati di oltre il 5% annuo. In particolare, sono in aumento dell'8,2% rispetto allo scorso anno i prezzi all'ingrosso delle noci, a causa di una riduzione della produzione francese provocata da andamenti climatici sfavorevoli che hanno anche limitato la dimensione del frutto stesso. Siregistra un +10% anche per il dattero israeliano che arriva a costare anche 11,05 euro al chilo, in questo caso, complice anche la delicata situazione in Medio Oriente. Rimane stabile anche se su livelli alti invece il pistacchio californiano a 12,94 euro al chilo. La stabilità del prezzo di questo prodotto - si spiega - è dovuta sicuramente ad un aumento, a livello mondiale della produzione.

Lenticchie

Immancabili per tradizione, quindi, le lenticchie, in aumento del 6% rispetto a 12 mesi fa. Tale rialzo è dovuto soprattutto ad un incremento generale del livello della domanda, legato al frequente consumo di questo prodotto che, oltre ad essere molto consumato in America Latina, è ormai molto usato anche in Europa a causa di scelte alimentari che prediligono sempre più i legumi rispetto alle proteine animali. In alto di quasi il 20% rispetto allo scorso anno, i prezzi di un altro prodotto molto consumato in questi giorni: il prezzemolo. Da una parte hanno contribuito le basse temperature notturne che coinvolgono le zone di produzione (Campania e Puglia) che hanno rallentato la produzione, ma dall'altra tale aumento è legatto a un maggiore consumo di pesce tipico di questo periodo e alla preparazione di salse di accompagnamento in cui il prezzemolo rimane protagonista.

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