Il crollo psicologico
Ultimi testimoni sono stati il fratello Giulio e il genero Nicola. Per il difensore Cocchino «la situazione era esasperata con disperazione sia da parte della povera vittima che del marito per una condizione non più sostenibile e poi il crollo psicologico che ha portato al gesto inconsapevole. Ha visto il buio e che un demonio lo guidava. Nonostante la limitatezza economica aveva deciso di portarla in una casa di cura impegnando il Tfr».
Per l’avvocato Di Marco: «La lucida consapevolezza dell’imputato ci restituisce la solitudine che ancora una volta il processo ha portato all’attenzione. La Corte deciderà, ma il nostro compito è mantenere saldo il rapporto familiare che non è facile. La sua solitudine non giustifica comunque questo gesto estremo». Il primo dicembre discussione e poi sentenza.