«Quel giorno mi sono fermato sul ponte sul fiume Osento dove in 50 anni mai mi ero fermato, mi chiedo perché l’ho fatto. Io non c’ero con la testa, vedevo nero. C’è stato qualcosa che mi ha fatto uscire di senno. Non so chi mi ha dato la forza di prendere di peso mia moglie dalla macchina e gettarla giù. È stato come uno scatto, un istinto, convinto che c’era un diavolo che mi possedeva e che mi ha convinto a fare quel gesto».
È stato un racconto lucido e drammatico quello di ieri di Angelo Bernardone, 76 anni, di Casalbordino, che il 26 dicembre 2021 gettò nel vicino greto dell’Osento la moglie Maria Rita Conese, 72 anni, malata di Alzheimer e grave demenza vascolare.
In quasi mezz’ora l’uxoricida ha ripercorso in Corte d’Assise a Lanciano quei tragici momenti dell’omicidio volontario avvenuto per l’impossibilità di gestire una situazione disperante che durava da tempo. Perché tutto nasce dallo sconforto di una moglie malata e ingestibile.