Roma zona rossa, ristoranti dei Castelli disperati per le nuove chiusure: «Torna il buio»

Roma zona rossa, ristoranti dei Castelli disperati per le nuove chiusure: «Torna il buio»

di Luigi Jovino

Ultimo assalto ai ristoranti dei Castelli prima della chiusura decisa dal Governo per il Coronavirus. Da domani sarà imposta una nuova “serrata” a bar, trattorie, fraschette e non si contano i clienti che si sono affrettati a prenotare un posto tavola per questo fine settimana. «Per il week-end - afferma Salvatore Capodiferro, chef di Genzano – non ci sono problemi. Ci preoccupa la chiusura totale che si prospetta da lunedì. Negli ultimi tempi siamo riusciti a recuperare qualche spesa per la manutenzione dei locali. Adesso, ricadiamo nel buio più assoluto». Per Tonino Pappalardo, operatore della ristorazione di Albano, «la gente si lascia condizionare facilmente dagli annunci di chiusura dei locali e si affolla a prenotare. Lo stesso succede nei bar con gli aperitivi dalle ore 17 alle 18. La nuova chiusura rischia di spezzarci le gambe. Ma noi resisteremo».

I ristoranti della Castelli sono centinaia, attirano migliaia di romani e sono uno dei perni dell’economia della zona. Le misure anti Covid, spesso contdraddittorie, tra aperture, raiperture, deserti a pranzo e folla la domenica, stanno mettendo in ginocchio il settore. Per Claudio Ciocca, ristoratore di Grottaferrata, «nei fine settimana in molti locali si è sfiorato il tutto esaurito. La gente ha voglia di uscire e di ritrovarsi, dopo il periodo buio della pandemia. Nei giorni feriali i clienti si contano sulle dita di una mano». Secondo i titolari nell’ultimo periodo, nonostante i locali siano rimasti aperti a lungo fino alle 18, le perdite economiche sono state consistenti. «Il fatturato – spiega Alain Rosica, chef di Frascati – rispetto al periodo prima dell’epidemia è sceso di almeno il 70 per cento.

L’apertura dei locali fino alle ore 18 ripaga solo in parte delle spese sostenute».

I ristoratori per far quadrare il bilancio sono ricorsi a diverse iniziative. Alcuni hanno chiuso parzialmente le attività. «Finora – spiega Andrea Carfagna, titolare di un ristorante di Albano – siamo rimasti aperti solo il venerdì, il sabato e la domenica. Con la apertura fino alle ore 18 nei giorni feriali c’erano molte spese. Adesso speriamo che arrivino i fondi per la cassa integrazione. Non vogliamo perdere i dipendenti dopo che abbiamo impiegato tempo e risorse per la loro formazione». Drastico sulle scelte da operare è, invece, Josè Amici, chef di Ariccia. «Dopo questa ennesima chiusura – sostiene – niente sarà come prima. Dobbiamo attrezzarci per le nuove esigenze dei consumatori. Stiamo pensando a diverse iniziative tra cui quella di andare a cucinare direttamente a domicilio con menù che saranno indicati dagli stessi consumatori». Boom di presenze si prospetta anche al lago di Castel Gandolfo tra oggi e domani. «Da noi - commenta Daniele Carducci, ristoratore di Castel Gandolfo - i clienti nei fine settimana non mancano. Da considerare, però, che i posti tavola sono ridotti di un terzo per il rispetto delle normative anti Covid. Non ci lamentiamo, e pensiamo di aver fatto un buon lavoro. I problemi inizieranno dalla prossima settimana».


Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Marzo 2021, 16:26
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