Sanità nel Lazio, attese giù del 30% grazie al patto con i privati. Il sistema convenzionato si è fatto carico di 1,5 milioni di prestazioni

L’obiettivo del governatore Rocca è raggiungere i 4,8 milioni di interventi

Sanità, attese giù del 30% grazie al patto con i privati. Il sistema convenzionato si è fatto carico di 1,5 milioni di prestazioni

di Giampiero Valenza

La medicina data alla sanità del Lazio sta funzionando. Nei primi quattro mesi dell’anno aver unificato le liste d’attesa di ambulatori pubblici, ospedali e cliniche private ha dato il risultato sperato. Secondo i primi dati ufficiali forniti dalla Regione le liste d’attesa della diagnostica stanno riducendo i loro tempi medi circa del 30%, con alcune prestazioni che hanno raggiunto risultati da record e che arrivano al -36%. E le conseguenze si vedono anche per le visite specialistiche, con un dato che, secondo stime, oscillerebbe tra il 15% e il 20%. Quindi, anche prenotare un incontro con un diabetologo o un cardiologo potrebbe essere molto più facile rispetto a quanto vissuto nel 2023.

L’OPERAZIONE

I giochi, però, non si sono conclusi. Oggi ci troviamo in una sorta di “fase 1” dell’unificazione del sistema, con 1,5 milioni di prestazioni del privato convenzionato inserite nel Recup. Sarà possibile parlare di una conclusione dell’operazione quando si arriverà a una quota di 4,8 milioni: sarà questa la “fase 2” che porterà al taglio più drastico dei tempi. Questa era l’intenzione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che aveva lanciato a fine 2023 quando presentò la sua cura per visite e prestazioni della sanità laziale entrata in vigore a tutti gli effetti a gennaio e che, comunque, si traduce in un’operazione complessa perché vanno unificate le agende del pubblico e del privato. Un lavoro che vede un forte ruolo della digitalizzazione. Almeno il 70% di quelle del convenzionato, alla fine, confluiranno nell’unico sistema. E permetteranno di dare una maggiore scelta (e selezione) a tutti coloro i quali si troveranno davanti una ricetta del medico con una prescrizione.

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IL SISTEMA

Visite specialistiche, ecografie, risonanze, radiografie, tac: i pazienti del Lazio sanno cosa significa fare una prenotazione.

E se il pubblico da anni ha abituato al Recup, il privato convenzionato (quindi, quello che permette l’accesso delle strutture private attraverso una ricetta e il pagamento del solo ticket) in una larghissima parte dei casi passava attraverso propri sistemi di prenotazione. E c’è chi in rubrica metteva da parte (e ha ancora) tutti i numeri per chiamare questa o quella struttura. In futuro, a operazione completata, il numero unico regionale servirà per buona parte delle prestazioni. E basterà solo il super call center regionale. A oggi 209 strutture sanitarie private accreditate hanno completato l’integrazione con il Recup o sono passati al suo utilizzo completo. Ce ne sono 164, invece, che si trovano in una fase “di produzione”. Una volta completato il passaggio, dunque, molte più visite e molte più prestazioni saranno prenotabili attraverso il numero unico 06.9939.

GLI EFFETTI

Nelle stanze della sanità regionale i numeri confermano i primi effetti di questa cura taglia-attese che, comunque, continuerà ad andare avanti proprio nel corso dell’anno e rafforzare, così, l’integrazione delle prenotazioni del convenzionato. Qualche prestazione è comunque andata meglio di altre: si è arrivati al taglio dei tempi di attesa superando il -36% per le risonanze magnetiche del cervello e del tronco encefalico. Nel 2023 per averne una bisognava aspettare 106 giorni, ora si è arrivati a 70. Lo scorso anno se ne sono erogate 2.405, nei primi tre mesi del 2024 si è arrivati a farne 4.520. In questa particolare classifica poco sotto (con un taglio del 35%) ci sono le risonanze magnetiche della colonna senza mezzo di contrasto: dai 93 giorni del 2023 si è passati a un tempo medio di 57. Lo scorso anno ci volevano invece circa 92 giorni prima di sottoporsi a una risonanza magnetica dell’addome inferiore e dello scavo pelvico con mezzo di contrasto. Ora il tempo medio d’attesa si ferma a 75 giorni: il taglio è del 17,38% E se nel 2023 se ne sono fatte 565, ora, nel primo trimestre 2024, ne sono arrivate 726 in più.

giampiero.valenza@ilmessaggero.it


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 11:15
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