Roma, città invasa dalle foglie secche: tombini ostruiti, fermo il piano Ama per la pulizia

Roma invasa dalle foglie secche: tombini ostruiti, fermo il piano Ama per la pulizia promessa

di Camilla Mozzetti
È quasi Ferragosto ma sembra un autunno inoltrato. Sia chiaro: le temperature non c'entrano nulla. Caldo rovente a parte, a dare l'impressione che l'estate sia già finita, è l'immagine che alcuni quartieri di Roma regalano in questi giorni in cui la città inizia a svuotarsi per le vacanze. Peccato solo per chi resta.
C'è chi la macchina è costretto a lavarla più e più volte anche nell'arco di una sola giornata, altri che, pur volendo usarla, hanno riposto la bicicletta in garage, perché le poche piste all'interno del Centro o i larghi marciapiedi sono ricoperti di foglie e per questo potenzialmente pericolosi: non si vede più dove si cammina. Cartoline dalla Capitale che confonde le stagioni ma regala un sapore inalterato di degrado. Pare quasi di vederla all'ombra del Cupolone, la Macondo di Marquez che dei mulinelli di foglie secche per le strade ne ha fatto la metafora per raccontare l'impoverimento di un'intera società.
 
 


LE PIANTE
La colpa in questi giorni è principalmente dei platani ma anche dei pini che lasciano cadere senza sosta in strada la maggior parte del fogliame e degli aghi. Qual è però il motivo di questi cedimenti? Delle oltre 300 mila alberature che compongono il verde di Roma, il 90% è costituto proprio da questi due tipi diversi di alberi sui quali però - con i bandi per la cura del verde ancora fermi, le potature partiranno non prima di settembre inoltrato - non è stato attuato ancora nessun intervento di manutenzione. Salvo quei casi di rimozioni o potature dettate però dall'emergenza-crolli che comunque si contano lo stesso sulle dita delle mani da mesi a questa parte. Senza contare poi i danni provocati dalla siccità. Va così: mentre si aspetta che intervengano davvero operati professionisti per domare le fronde e tagliare i rami secchi, le piante stesse rispondono a loro modo all'abbandono di cui sono protagoniste. Se la pioggia vera non arriva, ci pensano le piante a inscenare insoliti temporali.

I QUARTIERI
Prati è il rione che su tutti con alcune strade cult - da viale Giulio Cesare a viale delle Milizie e viale Angelico - sale sul gradino più alto del podio. Metri e metri di asfalto, marciapiedi e tratti pedonali sono da giorni coperti da un mantello giallastro. Passeggiare per i pedoni è diventato un gioco senza frontiere: superamenti, salti a gambe larghe con l'ambizione di atterrare su un fazzoletto di asfalto pulito. «Lo scorso 27 luglio spiega l'assessore all'Ambiente del I Municipio, Anna Vincenzoni ho elencato all'Ama le strade più colpite dal fenomeno», che riguarda senza scampo tutti i lungotevere ma anche San Giovanni, Ostiense e Trastevere. L'azienda dei rifiuti promise un intervento straordinario di pulizia delle strade ad agosto. Il mese è iniziato da oltre una settimana ma le foglie continuano ad ammucchiarsi su quelle già cadute. Trovare un lembo di strada pulita è difficile anche ai Parioli: dal viale che da villa Chigi porta a piazza Ungheria e anche su viale Aldrovandi.

Di foglie morte è piena anche la Nomentana da piazza Sempione fino a Porta Pia. In via Val Chisone, pochi passi dalla caserma generale della Guardia di Finanza, i residenti si sono armati di buona volontà e in barba alle nuove disposizioni del Campidoglio, che prevedono per i volontari del verde l'attivazione di una danarosa assicurazione pur di mettersi al servizio della città, da giorni sono lì a togliere le foglie per parcheggiare le auto e camminare tranquilli. «Se lo immagina lei analizza Vittoria Liparini che succederà al primo temporale se le strade resteranno così con i tombini ricoperti e ostruiti? Io penso alla mia incolumità, altro che assicurazioni! Se questa strada non la pulisce il Comune, ci penso io». Come poterle dare torto?
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Agosto 2017, 10:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA