Non solo reticolati con filo spinato, ora sono comparse anche barriere in cemento. «Neanche fossimo a Kiev...» borbotta Paolo Arlotti, 57 anni, mentre impasta la pizza. Dopo aver passeggiato su via delle Fornaci viene davvero da chiedersi se sia finita la serena convivenza tra il quartiere e la delegazione russa. Siamo a meno di due chilometri da San Pietro, in una strada fondamentale per la viabilità del Centro, la strada che porta al Vaticano e che costeggia Villa Abamelek, residenza dell’ambasciatore di Mosca da sempre.
Chiusa la via per San Pietro
Poco dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, la sicurezza è stata rafforzata con nuove recinzioni. Da più di un mese, inoltre, un tratto di strada è stato chiuso, sbarrato. Ed è questo ora, il vero tema in quest’angolo di Roma. Due giorni fa al posto delle transenne (venivano spostate dagli automobilisti per transitare) sono stati installati pesantissimi new jersey che impediscono il passaggio anche ai pedoni. «I vigili del fuoco hanno stabilito che il muro di Villa Abamelek è pericolante e così dal 27 ottobre hanno chiuso un tratto di via delle Fornaci: non sappiamo fino a quando, nessuno ce lo ha comunicato, intanto il traffico è impazzito, è difficile raggiungere anche l’ospedale Bambino Gesù, infine noi commercianti possiamo dire addio ai clienti». È indignato Vincenzo Berlen 54 anni, del ristorante “Dai miei” che gestisce con la moglie Daniela. «Da quello che sappiamo, l’ambasciata dovrebbe ricevere fondi da Mosca per mettere in sicurezza il muro - aggiunge - ma è chiaro che la Russia abbia altro a cui pensare in questo momento di grande crisi: lo capiamo, certo, alla fine però siamo noi a pagarne le conseguenze». Sulla via c’è un bar con le serrande abbassate e il cartello con la scritta “Chiuso per chiusura strada”.
COME IN UN FILM DI SPIE
Berlen - con ironia - ieri mattina si sarà sentito un po’ come quelle spie internazionali dei film ambientati ai tempi della cortina di ferro: pronte all’azione. E così, insieme ad altri commercianti del quartiere, ha scavalcato le barriere in cemento della zona super sorvegliata e ha protestato a pochi passi dall’ambasciata russa. «Ma non davanti all’entrata dove ci sono i militari, mica volevamo creare incidenti diplomatici...» ha aggiunto.
IL DOCUMENTO
È del 27 ottobre il documento dei pompieri inviato al Municipio e alla polizia locale nel quale si legge: «Il muro di contenimento è fortemente inclinato e con diffuse fessurazioni». A «tutela della pubblica e privata incolumità» è stata quindi disposta, in attesa dei lavori di messa in sicurezza, «l’interdizione al traffico veicolare e pedonale per 250 metri su via delle Fornaci». Il Municipio subito dopo la chiusura ha inviato all’ambasciata russa una diffida chiedendo di procedere con i lavori. E perché il cantiere non è ancora aperto? «Non so che problemi ci siano, c’è chi dice che l’ambasciata non abbia i soldi, di sicuro ci sono anche problemi di burocrazia» risponde Giuseppetti che ha allertato da subito il Comune. La scorsa settimana il sopralluogo con una delegazione dell’ambasciata, del Municipio e del Campidoglio. «Sembrava che l’ambasciata stesse per presentare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) del cantiere, ma fino a due giorni nessuna novità». C’è chi dice che l’ambasciata stia aspettando il nullaosta da Mosca per impegnare i fondi. A protestare anche Fabio Granati del ristorante i “Quattro Mori” di via di S. Maria alle Fornaci: «Non ci sono più clienti, c’è un enorme problema anche per il traffico, senza parlare poi dei disagi per raggiungere l’ospedale Bambino Gesù».
Ultimo aggiornamento: Sabato 3 Dicembre 2022, 16:28
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