Da una parte le opposizioni festeggiano quella che viene considerata una vittoria, ovvero la decisione della premier Meloni di aprire il portone di palazzo Chigi l’11 agosto per parlare di salario minimo. Dall’altra le forze che non sostengono l’esecutivo sono state spiazzate dalla mossa del governo sugli extra-profitti delle banche, con il Movimento 5 stelle, Avs e Pd che attaccano il «decreto fritto misto» ma non condannano certo la misura, mentre il leader di Azione Calenda la boccia senza se e senza ma.
Extraprofitti, stangata di 3,2 miliardi sulle banche dopo una giornata tesa: il conto si abbassa
A smarcarsi dal confronto che si terrà venerdì pomeriggio tra opposizioni e governo è il solo Renzi che del resto quella proposta sul salario minimo condivisa dagli altri partiti non l’aveva firmata. La segretaria del Pd Schlein in ogni caso mette in chiaro che alla riunione si parlerà di tutto. «Lo fanno adesso questo incontro nel momento in cui il Parlamento è chiuso, ma siamo pronti a tornare in Aula anche domani, a confrontarci nel merito e vediamo se il governo fa sul serio questa volta», dice a proposito del tema del salario minimo auspicando che la convocazione non sia «uno specchietto per le allodole» o «una sceneggiata agostana» e rimarcando che proprio i ministri avevano parlato di «una misura sovietica e di una forma di assistenzialismo». E poi aggiunge: «Chissà se saranno disponibili all’ascolto anche su quanto chiediamo al governo insieme alla Regione Emilia Romagna. Nonostante le promesse di ristori ancora non si è visto un euro».
Ed ancora: «Chissà se vi sarà ascolto anche sul fatto che abbiamo chiesto chiarezza sulle gravi affermazioni fatte dal responsabile comunicazione del Lazio» sulla strage di Bologna «e su cui Giorgia Meloni e il suo governo non hanno ancora detto nulla». Ieri c’è stata una riunione dei leader per concordare la linea.
Completamente diversa la posizione del Terzo polo. Calenda e Renzi su questo fronte sono sulla stessa lunghezza d’onda. «Si stabilisce un precedente molto pericoloso. Domani avremo la tassazione sugli extraprofitti delle friselle pugliesi, dei toast dimezzati o dei lettini?», si chiede l’ex ministro dello Sviluppo. «Così fanno evaporare i soldi degli italiani», la reazione in Italia viva, «In realtà questo è il governo di Nicola Fratoianni», dice il deputato Marattin.
LA BATTAGLIA DI (QUASI) TUTTI
La battaglia che unisce le opposizioni (Renzi escluso) ora è quella sul salario minimo. Tutti disponibili al dialogo, anche se per M5s quello del governo è «un maldestro tentativo di mettere una toppa». «Andremo a vedere le carte scevri da pregiudizi, ma l’incontro a palazzo Chigi è già un successo», sottolinea il dem Scotto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Agosto 2023, 01:10
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