Recovery fund: Bruxelles prepara linee guida per i governi
Conte: «Nel Recovery Plan un progetto significativo per Roma: gravata da tanti oneri»

Le missioni
Gli indirizzi individuati sono sei: la digitalizzazione e l’innovazione, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, la competitività del sistema produttivo, le infrastrutture per la mobilità, l’equità con l’inclusione sociale e territoriale, e la salute. Per ognuna di queste missioni vengono definiti poi gli obiettivi. Nella digitalizzazione, per esempio, il completamento della rete in fibra e lo sviluppo del 5G. Progetti cari al ministro Paola Pisano, che ha sottolineato la necessità «di recuperare il divario accumulato e investire nelle nuove tecnologie, non solo la fibra ma anche il 5G e il fixed wireless access».
C’è poi la transizione ecologica e la decarbonizzazione e il sostegno alla siderurgia. Per la competitività del sistema produttivo ci sono il reshoring e il sostegno all’export, mentre per le infrastrutture e la mobilità c’è l’alta velocità e lo sviluppo della rete autostradale. Per l’istruzione c’è il potenziamento degli asili nido e le misure di contrasto all’abbandono scolastico, così come per l’equità viene ribadita l’intenzione del governo di attuare il «family act» con l’assegno unico per i figli.
C’è anche il piano di sostegno al servizio sanitario nazionale voluto dal ministro Roberto Speranza e finito nel Recovery in attesa di un’eventuale attivazione dei 36 miliardi del Mes. E c’è, va detto, molto Sud, dalle infrastrutture alla copertura dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, ossia quel divario tra i servizi su scuola, trasporti, assistenza, tra le regioni settentrionali e quelle meridionali. L’obiettivo dichiarato del governo, grazie ai fondi europei, è quello di portare il tasso di crescita dell’economia dallo 0,8% medio degli ultimi dieci anni, quantomeno in linea con quello europeo, ossia l’1,6%. E aumentare il tasso di occupazione di 10 punti, portandolo dall’attuale 63% al 73%.
Un punto delicato rimangono i tempi. Il governo avrebbe voluto presentare i suoi progetti all’Europa entro il 15 ottobre, in modo da poter ottener un anticipo del 10% (20 miliardi di euro) sui fondi, e poter preparare una manovra finanziaria con qualche ambizione in più. I tempi però, saranno necessariamente più lunghi. Il Recovery fund deve essere ratificato da tutti i Paesi europei prima di poter erogare le risorse. Dunque, se ne riparlerà probabilmente a metà anno prossimo. Questo significa, come ha ricordato ieri il premier Conte, che per l’Italia sarà necessario presentare i progetti entro gennaio. Da oggi parte il confronto sulle linee guida del governo. Ci sarà un incontro con i capigruppo della maggioranza. Graziano Delrio, per il Pd, ha già fatto sapere che le vere linee guida saranno quelle dettate dal Parlamento.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Settembre 2020, 00:13
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